L’Inter vince il suo diciannovesimo scudetto e, tra le tante firme, una delle più importanti è sicuramente quella di Antonio Conte. Il tecnico salentino abbatte così il dominio bianconero che lui stesso aveva creato. È la fine di un ciclo, dopo 9 titoli consecutivi la Juventus abdica e la Beneamata, guidata dal 51enne in panchina e da Marotta in dirigenza, si fa trovare pronta. Dopo due anni a tinte nerazzurre Conte riesce a centrare l’obiettivo, smarcandosi tra critiche, polemiche e periodi non facili: “Venire qui è stata la scelta più difficile”, e non ha tutti i torti. Il leccese, dopo un decennio da zero titoli, è riuscito a ricostruire un gruppo, a portare il giusto equilibrio e a inculcare una certa idea di gioco ai suoi uomini. Facile dirlo, un po’ meno farlo. Ma il salentino ce la fa. Lo scudetto è dell’Inter, lo scudetto è un’opera d’arte di Antonio Conte. 

“Questo è di sicuro uno dei miei successi più importanti in carriera. Non era una scelta facile venire all’Inter, dove comunque la squadra non era competitiva per vincere qualcosa d’importante. Ho accettato la sfida, ripagati tutti i sacrifici che abbiamo fatto”

Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Inter
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Una sfida. Da circa 10 anni la vecchia Signora non aveva rivali, da circa 10 anni il club meneghino non vinceva nulla. Conte comincia a costruire fin da subito la sua Inter, vuole una squadra a sua immagine e somiglianza. Testa, cuore e gambe. Non mancano però le difficoltà, in campo, con la società e con i media. I nerazzurri arrivano comunque secondi, a un solo passo dalla sempre vincente Juventus.

Dimenticati i malumori e dimenticate le famose e rumorose frecciate della stagione precedente, inizia una nuovo ciclo. Il salentino tiene insieme la squadra in una campionato per niente facile, mantiene sempre l’equilibro anche in mezzo alle tempeste, prima fra tutte l’eliminazione dalla Champions League. Ultima cosa ma non meno importante, isola lo spogliatoio dalle vicende societarie. 

Fonte immagine: profilo Twitter ufficiale Inter
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Tenta con il bel gioco, ma non va, ritorna quindi al suo marchio di fabbrica. Dà piena fiducia al muro difensivo, dà piena fiducia alla LuLa, dà piena fiducia al suo centrocampo. Con lui, Romelu Lukaku si trasforma in uno dei migliori attaccanti d’Europa, ma il tecnico riesce a valorizzare tutti, da Barella a Brozovic, da Bastoni a Darmian. Senza dimenticare il caso Eriksen, corteggiato, abbandonato in panchina e poi fatto rinascere mezzala. 

Il partito degli scettici si è dovuto ricredere. A oggi, i nerazzurri vantano la miglior difesa, con 29 gol subiti, e il secondo migliore attacco del campionato, 74 gol fatti come il Napoli. Meglio di loro, solo l’Atalanta di Gasperini. Antonio Conte, lo scudetto è tuo, lo scudetto è una tua opera d’arte.

Alessandra Cangialosi