Grande atmosfera al “Tardini”, dove tra Parma e Juventus in un passato non tanto remoto la rivalità correva acerrima. Oggi invece i crociati accolgono un’avversaria sulla carta palesemente superiore anche se  il  messaggio  di mister  D’ Aversa è stato chiaro: daremo il 200%. 

La Vecchia Signora schiera i medesimi undici con cui ha battuto la Lazio, eccezion fatta per Cancelo che lascia il posto a Juan Cuadrado. Dopo appena due minuti un’ ingenuità difensiva dei padroni di casa regala il vantaggio a Mandzukic che insacca senza problemi e il sentore è che la strada sia tutta in discesa. Un po’ come visto a Verona.

Vi aspettavate una goleada? Niente da fare.

Il Parma non ci sta e non ha nessuna intenzione a rendere le cose più facili del dovuto alla Juve: che poi tanto facili non sono se si considera che, tra una protesta e un’ammonizione per un fallo più che evitabile, Pjanic perde tempo prezioso che potrebbe ultilizzare a fare filtro. Intanto i padroni di casa creano occasioni e traverse, mentre dall’altra parte del campo, in solitaria, Ronaldo non riesce a capire né il linguaggio di Mandzukic né quello di Bernardeschi, che guadagna (!) pure un giallo per simulazione.

Gervinho semina il panico più volte nella difesa – palesemente in affanno – della Juventus, dove Bonucci fa sette passi indietro rispetto alla gara con i biancocelesti e si fa trovare impreparato in occasione del pari dell’ ivoriano, sul quale anche Szczsney non è del tutto incolpevole.

Nella ripresa la musica non sembra diversa fino a quando Allegri si decide a inserire Douglas Costa che sostituisce Bernardeschi, non particolarmente convincente così come non lo era stato contro la Lazio. Come ogni volta il brasiliano velocizza la manovra e dà un senso alle sortite in avanti, che acquistano respiro e velocità grazie a lui: la rete del vantaggio arriva con Matuidi, mentre Ronaldo continuerà a affannarsi – letteralmente – alla ricerca del famigerato gol che, più scorrono i minuti stagionali, più diventa uno spauracchio per il portoghese.

Solo nel finale il mister cambia assetto tattico modificando un centrocampo il cui difetto principale, la mancanza di filtro, persevera nel suo stato di lenta e viziata inerzia e concede un contentino a Dybala di una manciata di minuti, giusto per ricordare che sarebbe la sua presenza numero 100, toh…

ALCUNI PUNTI CHIAVE

A parte la velata ironia di cui sopra, appare evidente che Ronaldo non è inserito in questa Juve. In talune fasi appare completamente avulso dalla manovra e persino ignorato dai compagni. Come se non si riuscisse a comunicare… Con l’agravvante che tutto il mondo sta aspettando che segni e, puoi chiamarti pure CR7, ma a un certo punto scatta quel riflesso pericoloso che si chiama ansia da prestazione.

Gli esperimenti tattici vanno bene ma siamo arrivati alla quarta giornata ed è ora di chiarirsi le idee: modulo, interpreti, ruoli. Poche idee e per oggi spesso confuse… Giocare bene  – alla fine –  è tutto qua.

Il caso Dybala sta diventando veramente un nodo focale. A questa Juventus serve la migliore Joya – soprattutto serve a Ronaldo! – e solo giocando, Paulo potrà ritrovarsi. Tenerlo in panchina in nome di un’ adeguatezza al modulo è solo un alibi: CR7 e l’ argentino hanno tutte le carte in regola per trovare intesa sul campo. E’ l’allenatore che deve trovare loro il vestito giusto.

L’attacco stellare, tanto decantato per tutta l’ estate, non segna. E non sarebbe male incominciare a pensare che Pjanic non sia indispensabile.

Daniela Russo