Spezia – Lazio si assesta sul 2 a 1 per la squadra di Inzaghi.

Brutti sporchi e cattivi, conquistano la vittoria contro una squadra che si è mostrata tanto fisica quanto ostile.

Due gol, Immobile e Milinkovic-Savic.
Ma il serbo è stato l’assoluto protagonista.
Fa segnare Immobile grazie ad un assist perfetto e, poi, segna su punizione.

Ma ripassiamo la sua storia…

Dapprima sedotto dalla Fiorentina per poi, in extremis, giurare fedeltà alla Lazio; è arrivato silenzioso a Roma, il 6 agosto 2015, poca folla, poco clamore. La trattativa chiusa a 10 milioni di euro. Di lui i tifosi sapevano che era un centrocampista dal fisico possente; nulla più.

Questo era Milinkovic – Savic al suo esordio, la prima partita in campo al 18 agosto 2015 in occasione di un preliminare di Champions. Il serbo fiorisce nella Lazio per poi sbocciare definitivamente nella stagione 2017-2018 (12 resti in 35 presenze); tanto da diventare essenziale, nel suo ruolo, per la banda Inzaghi.

Nella stagione successiva, inoltre, si afferma quale migliore centrocampista del campionato, siglando anche un gol importantissimo nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta.

Così, a suon di gol e belle giocate, è entrato nel cuore dei tifosi biancocelesti, per i quali lui è semplicemente il sergente per via di quel suo modo di esultare mimando il saluto militare.

A Roma, sponda laziale, è solo milinkocrazia!

Irriverente e forte, di lui è doveroso ricordare, fra le tante, la rete siglata contro la roma durante il derby di semifinale di Coppa Italia. Era il 1 marzo 2017.

L’esultanza del serbo, questa volta, un atto d’amore: indica il simbolo stampato sulla maglia!

Ovviamente il talento del giocatore non passa inosservato. Le quotazioni sul mercato crescono. La società vuole tenersi stretto il suo gioiello che diventa incedibile (salvo proposte indecenti!).

Ed è così che, ormai, il nome di Milinkovic-Savic viene ad essere sistematicamente affiancato a voci di mercato.
Ma allo stato, il serbo, rimane un giocatore della Lazio fino al 2022.

Ma la certezza è che il sergente- oltre ad una indubbia professionalità- mostra attaccamento alla maglia nonché piena fiducia nel mister e nella società.

È uno dei giocatori fondamentali dell’attuale rosa: segna e fa segnare!

Ieri, oggi, domani… Vai sergente!

Annalisa Bernardini