La Prefettura di Genova ha ritenuto la gara tra Samp e Verona a rischio negando così una festa tra due tifoserie legate da uno dei gemellaggi più intensi del calcio italiano

Un’amicizia lunga 45 anni, tanti aneddoti di feste, cori sugli spalti, mangiate e bevute insieme dopo le partite sia di serie A che di B. Si perché il legame fra le calde tifoserie di Sampdoria e Verona è di quelli veri e non così tanto per dire, è uno dei gemellaggi più sinceri e longevi del calcio italiano, resistito in tutte le categorie e con tutte le poste in palio possibili.
Ma questo calcio moderno, studiato troppo spesso a tavolino da chi dirige senza però conoscere le realtà, non ha permesso a questi vecchi amici di celebrare la loro festa proibendo ai tifosi gialloblù di raggiungere la Lanterna per la gara di campionato fra le due due compagini per i disordini del post partita fra Verona e Roma del turno precedente.
Capita così che Sampdoria-Verona, tipica partita per nonni e bambini, venga ritenuta a rischio, non si sa bene per cosa, e che la squadra di Pecchia si ritrovi al Ferraris tutta sola.
Che poi a dirla tutta proprio soli non erano perché dopo i primi cinque minuti di match in cui i blucerchiati sono stati in silenzio per solidarietà agli amici, i primi cori sono stati tutti per sostenere l’Hellas con tanto di bandiere e colori della squadra ospite che hanno sventolato per tutti i 90 minuti.
Il campo ha visto uscire vincitori i genovesi che ora volano al sesto posto solitario della classifica, ma alla fine i vincitori sono stati i tifosi che hanno dato prova di civiltà perché il calcio è e deve continuare ad essere una grande festa prima di tutto.
Chi non lo capisce è perché non lo vive direttamente.
Claudia Carrega