Alla Roma basta un punto per il terzo posto. E ora sguardo rivolto al futuro

Di questa domenica calcistica rimane un sorriso amaro sulla bocca dei giallorossi.

Di Francesco aveva promesso un match combattuto, sia per avere una tranquillità in più nella corsa  Champions, sia per il peso specifico che una partita come Roma Juve ha sempre avuto all’interno del Campionato italiano.

Grande pubblico e bel colpo d’occhio sugli spalti, poco spettacolo e un po’ di delusione in campo.

La Juve gioca al risparmio e le poche occasioni da gol sono in mano giallorossa, un primo tempo noioso e privo di appeal, l’unica fiammata è l’uscita di Alisson su tiro di Dybala, poi molto fraseggio e gestione del risultato.

Nel secondo tempo è Dybala a regalare l’illusione del gol, ma Tagliavento annulla per fuorigioco, qualche minuto e rosso per Nainggolan, un handicap in più per la Roma che diminuisce ancora di più l’intensità di gioco.

La squadra di casa ha tentato senza troppa convinzione, ma gli effetti di una Champions gestita magistralmente sia a  livello fisico che mentale hanno giocato un ruolo fondamentale.

Alla Juve bastava un punto per la vittoria del suo settimo scudetto, alla Roma la soddisfazione di battere i campioni d’Italia in casa avrebbe portato comunque avere una maggiore consapevolezza delle proprie capacità, ora bisognerà attendere il match contro il Sassuolo e sperare nella garanzia del terzo posto, visto che quest’anno le squadre che avranno libero accesso alla Champions League saranno quattro : Juve, Napoli, Roma e una tra Inter e Lazio.

La conquista del terzo posto giocherebbe un ruolo importante nella suddivisione delle fasce, che, nel caso di mancata vittoria del Liverpool in finale, porterebbe la Roma direttamente in seconda fascia.

Dicevamo un piccolo rammarico, il pubblico dell’Olimpico, sponda giallorossa, meritava forse di assistere a un’ultima vera partita prima della chiusura, la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali è una ferita piuttosto profonda per il calcio italiano e per chi lo segue, per vedere di nuovo un match degno di nota bisognerà attendere l’inizio del Campionato 2018/2019.

Dzeko e compagni questa volta accompagnano la partita, l’attaccante seppur in strepitosa forma non riesce a trovare il gol, sempre un gran lavoro il suo nel servire tutti i reparti  e mettersi a disposizione dei compagni, ma la stanchezza fisiologica accarezza anche le sue gambe. Visti gli introiti Champions, la speranza è che la Roma ci ripensi e punti anche su di lui per la nuova stagione.

Sottotono anche El Shaarawy, l’altalena della forma, le decisioni tattiche, ha fatto comunque molto per la causa, così come Under che prova a sfidare la resistenza di Alex Sandro in più di un’occasione, una prova degna di nota per il turco che aspettiamo con grande curiosità anche il prossimo anno.

 Di grande impatto, questa sera, le evoluzioni del serbo che nonostante le quasi 50 partite sulle spalle macina chilometri e dribbla avversari come un ragazzino, una garanzia come direbbe qualcuno, peccato solo per il risultato, stasera la sua prestazione è stata comunque da incorniciare.

Nella gestione dei giocatori, pur non avendo una rosa folta e variegata, Di Francesco ha sempre mantenuto uno standard piuttosto alto, ha sperimentato, ha sbagliato e si è assunto le sue responsabilità senza mai apparire troppo saccente, con umiltà e impegno ha portato una squadra a diventare “gruppo” sia dentro che fuori dal campo, sia titolari che riserve.

Insieme al DS Monchi si sta lavorando già alla Roma del futuro e in un certo senso anche queste ultime partite sono diventate un nodo cruciale nella valutazione dei singoli.

Serata decisamente no per Nainggolan che si fa espellere per doppia ammonizione, sanguigno e prepotente, in alcune partite non riesce a calibrare tutta la sua prorompenza uscendo forse troppo dai ranghi.

 Il centrocampo sarà un reparto bollente, anche De Rossi si è dimostrato una sicurezza, mentre Pellegrini cresce, unendo aggressività alla tattica ordinata e senza fronzoli.

Si dovrà acquistare bene per la nuova stagione, ma si dovrà anche vendere e pare che uno tra Gonalons e Strootman possa essere tra i prossimi a dire addio alla Roma.

La Juve dal canto suo ha recitato in maniera perfetta il suo copione.

Ha gestito un campionato in modo freddo e distaccato, cercando di dedicarsi alla Champions con più determinazione, le battaglie -si dice- vengono vinte con la psicologia e quella adottata da Allegri  sembra essere stata studiata nei minimi dettagli.

Coppa Italia e Campionato, con l’impresa strozzata sul filo di lana solo dall’arbitro in Champions.

Sono numeri, numeri veri quelli della Juventus, si può parlare fino allo sfinimento ma sarebbe bastato un Napoli più cinico e meno chiacchierone a confutare questa realtà, spesso succede  che a parlare troppo si perde concentrazione e agonismo, si fanno passi falsi che diventano voragini e si butta alle ortiche una stagione, fondamentalmente gestita nel peggiore dei modi.

Un plauso a Chiellini, Buffon e compagni che hanno insegnato e ancora insegnano, che basta crederci fino alla fine giocandosi una partita alla volta.

 Laura Tarani