Roma non fa la stupida… quella sera! Sembra ieri, eppure è passato un anno esatto dalla vittoria della Roma in Conference League e dalla coppa alzata sotto il cielo di Tirana. Il 26 maggio del 2022 una marea giallorossa in festa sfilava per le strade della Capitale acclamando i propri beniamini.

 

Se a quella folla avessero detto che un anno dopo la Roma si sarebbe trovata a disputare un’altra finale, stavolta di Europa League, chissà in quanti ci avrebbero creduto. Una cosa è certa, i festeggiamenti avrebbero prevalso su tutto il resto e probabilmente non si sarebbe pensato ad altro per un bel po’.

Il destino però è maestro in quanto a coincidenze e difatti un anno dopo i giallorossi si ritrovano per la seconda volta di fila in finale in una competizione Europea. A prescindere da come andrà, la Roma di Mourinho può essere più che soddisfatta del lavoro svolto.

Ieri a quest’ora vi era un popolo in festa, oggi regna un silenzio che fa rumore. Un silenzio carico di aspettative, di paura, di sogni. Il silenzio di una città che la storia recente vede poco abituata a grandi palcoscenici, ma che si sta pian piano riprendendo ciò che le spetta.

Il silenzio di una piazza carica di amore, una piazza dove “spiegarlo non è facile”.

La Roma il 31 maggio 2023 alla Puskas Arena di Budapest, si giocherà un pezzo importante della sua storia contro il Siviglia. Squadra tutt’altro che semplice da affrontare

Squadra che porta con sé alcuni fantasmi del passato tra cui Monchi ex direttore sportivo della società Capitolina dal 2017 al 2019 e il calciatore argentino Erik Lamela.

Come ogni bella storia che si rispetti, il pallone della finale porta il nome di un calciatore romano e romanista: Edoardo Bove                                                                         Sua la rete che nella gara di andata contro il Bayer Leverkusen, garantisce ai giallorossi di giocarsi il ritorno in Germania con un gol di vantaggio difeso con le unghie e con i denti.

Il cammino del ragazzo con la maglia numero 52, sembra essere già scritto:”La mia storia con la Roma era destino: sono nato e cresciuto nella casa accanto a quella di Totti”. Questa la sua dichiarazione rilasciata a Cronache di Spogliatoio.

Il classe 2002 con impegno e sacrificio si è conquistato, oltre alla fiducia di Mou che l’ha definito “più tifoso dei tifosi sugli spalti” un posto da titolare nel centrocampo romanista regalando prestazioni di grande sacrificio e cuore.

Quello che succederà sarà come sempre il destino a deciderlo. Ciò che è certo è che il calcio italiano può andar fiero di aver portato 3 delle sue squadre a disputarsi una finale tra le stelle d’Europa.

Elisa Licciardi