Si dice che il “tempo è galantuomo, restituisce tutto a tutti” e la storia di Samu Castillejo al Milan ne è stata la prova.

 

Samu Castillejo

 

Partito dalla panchina, più e più volte, nel corso della passata stagione di Serie A ma anche di questa nuova, da poco cominciata, è diventato l’uomo chiave per la vittoria del Milan contro il Verona.

L’arrivo al Milan e la partenza col piede giusto

Samu Castillejo è approdato al Milan nel 2018: dopo i primi passi mossi in Spagna ha accettato la sfida dell’Italia e ha dimostrato fin da subito la propria volontà di far bene.

La prima stagione in Serie A ha fatto vedere al Milan e ai propri nuovi sostenitori quelle che erano le sue caratteristiche. Velocità, pulizia nei movimenti, scatti rapidi verso la porta. Tra il 2018 e il 2020, poi, è sbocciato, regalando ai rossoneri giocate emozionanti e anche 6 gol e 5 assist.

Qualcosa poi si rompe: la partenza di Castillejo da Milano sembra essere scontata, eppure poi nulla si concretizza

Poi, però, è come se qualcosa all’improvviso si fosse rotto. Dopo qualche piccolo problema di natura fisica, le voci di mercato su di lui hanno iniziato a rincorrersi e ad amplificarsi. Rincorso dal Getafe, ma anche dalla Real Sociedad e dal CSKA Mosca, Castillejo ha iniziato a sentirsi probabilmente pian piano sempre più distante dal Milan.

Eppure, pronto per partire, all’ultimo minuto, le trattative in sospeso non si sono concretizzate. Restare a Milano è allora diventata una prerogativa, quasi come a voler dimostrare a se stesso, prima che al resto del mondo, che avrebbe potuto ancora farcela. Che le qualità calcistiche, quando le hai (e lui ha dimostrato di averle), non svaniscono nel nulla dall’oggi al domani. Perché la mentalità, in fondo, fa tanto nel calcio come nella vita.

La sua volontà è stata più forte di tutto il resto, anche degli insulti ricevuti via social da coloro che vorrebbero essere definiti come ‘tifosi’.

L’ala destra rossonera, classe 1995, non si è fatta intimorire. Ha continuato a lavorare da professionista, cercando di concentrare tutte le proprie forse sugli obiettivi del futuro: primo tra tutti quello di riconquistare la squadra e la fiducia di mister Stefano Pioli.

Milan-Verona è stata la notte del riscatto di Castillejo: uomo del match che ha contribuito a ribaltare il risultato per i suoi

La ‘sua notte’, quella del riscatto, è arrivata sabato 16 ottobre. Il Milan ha affrontato a San Siro il Verona e, sotto di due gol, Pioli ha voluto dare fiducia a un giocatore scalpitante, consapevole della possibilità di riprendersi ciò che è suo: la mentalità vincente, la vittoria con la sua squadra e l’affetto dei tifosi, quelli veri.

Così al 46′ ha fatto il proprio ingresso in campo, sostituendo Alexis Saelemaekers, e si è caricato sulle spalle i propri compagni ma anche tutto il Meazza. Proprio così, perché se il Milan ha ribaltato la partita è stato anche e soprattutto merito suo: ha infatti vinto ogni scontro diretto con gli avversari, ha fatto recuperi importanti a centrocampo, si è procurato il rigore che ha portato i suoi sul 2-2 ed è stato fondamentale nell’autogol di Gunter, per il definitivo risultato finale del 3-2.

Entrato in campo, quindi, Castillejo è stato in grado di stravolgere una partita e di cambiarne il risultato.

Le lacrime alla fine della gara, circondato dai suoi compagni e abbracciato dal suo mister, sono diventate così il simbolo di un giocatore ha capito di poter avere la propria occasione e ha deciso di coglierla al volo. Queste sono state perciò le sue parole rilasciate nel post partita a Milan TV nel post-partita: “Le mie lacrime dicono tutto per il periodo che ho passato e che sto passando. Sono un ragazzo a cui piace dare l’anima in campo. Grazie alla mia famiglia, agli amici e a Dio sono riuscito: ieri non mi voleva neanche mia mamma (ride) e oggi posso esultare con i tifosi a casa mia“. Cuore, anima e giocate decisive per ritornare a essere determinante.

Alessia Gentile