Le parole di Alessandro Del Piero sintetizzano le prove della Juventus di inizio 2018: al di là degli alibi da sfatare e delle polemiche, sempre più rumorose, legate agli arbitraggi

Sulla Juventus quando interviene lui non è mai banale. Alessandro Del Piero dice la sua dopo una serata all’insegna delle polemiche, delle proteste, del gesto inquietante ma in fondo già visto di Cacciatore. E se parla, Del Piero difficilmente si allinea col pensiero mediatico comune.

Così tra rigori negati, espulsioni “scandalose”, vittorie stentate e di misura Alex  tira le somme sull’ inizio dell’anno della Signora: un gennaio all’ insegna della pigrizia e della mancanza di idee, con una squadra prevedibile e tutt’altro che grintosa. A dispetto di tutti quelli che voglio fornire un alibi a tutti i costi, attribuendo tutta la “colpa” delle prestazioni alquanto scialbe contro Genoa e Chievo (e mettiamoci pure il primo tempo a Cagliari) ai carichi di lavoro di preparazione. Che poi, non sono gli stessi di tutti gli anni, visto che la Juve mira sempre al finale di stagione? Lo scorso campionato a gennaio si era tutti entusiasti del nuovo modulo e della brillantezza della squadra, con complimenti che fioccavano per la scelta del 4231: dov’erano, allora, i carichi di lavoro?

Anche Andrea Pirlo, un altro esperto di casa bianconera, discorda: non può essere solamente questa la ragione per cui la Vecchia fa fatica a esprimersi.

A proposito di Pirlo, l’ex numero 21 ha avuto modo di parlare anche di Higuain, che contro il Chievo è tornato a segnare dopo un fermo di sei partite. Secondo il Maestro il centravanti argentino potrebbe essere meglio servito dai suoi compagni di centrocampo, opinione condivisa e ribadita da Massimo Ambrosini, con lui presente negli studi di Sky: entrambi hanno sollevato la questione  proprio a Gonzalo, il quale ha risposto in maniera defilata sottolineando come in questo momento Allegri gli abbia affidato compiti di regia, ma ammettendo che questo gli sottrae inevitabilmente energie in fase realizzativa.

Nelle settimane di “astinenza” molti dei compagni si sono prodigati a rassicurare che, per Higuain, l’importante non sono le marcature personali bensì il bene della squadra: tra i nomi ricorderemo Bernardeschi e Benatia. Discorso sacrosanto, visto che pure il “Pipita” si è detto sereno ai microfoni. Tuttavia appare sacrosanto anche il ragionamento fatto da Pirlo e Ambrosini: come si fa a non voler ben servire e sfruttare le doti di  un attaccante che ha dimostrato di poter realizzare più di 30 gol a stagione? Non dimentichiamo che la prossima sarà l’estate del Mondiale di Russia, e la candidatura dei centravanti passa attraverso una sola strada: quella delle maggiori reti possibili.

A meno che il Campionato del Mondo non venga considerato come un puro dettaglio.

Daniela Russo