Sembrava stregata quella che ieri è andata in scena al Marassi tra Sampdoria e Inter, ma torna l’Inter di Spalletti dai finali da interisti, quelli che solo i fegati forti possono reggere che – per dirla un po’ alla Vasco (interista pure lui)-, arrivano spappolati e, a spappolarsi poi, sono quelli altrui.

La squadra di Giampaolo aveva fatto molto bene nella prima parte di gara, un buon avvio quello dei padroni di casa che hanno gestito i primi minuti di gioco, braccando le manovre nerazzurre e sfruttando gli spazi, specie a centrocampo.
Nel primo tempo in particolar modo, con un Brozovic meno attento, gli uomini di Giampaolo hanno sfruttato al meglio la superiorità numerica in quella zona di campo con Ekdal e Ramirez che ben si muovevano sfruttando i corridoi per innescare i soliti imprevedibili Defrel e Quagliarella resosi pericoloso più volte, persino in rovesciata.

Fabio Quagliarella d’altronde è un po’ come il vino, più invecchia più migliora, o comunque più ci piace. Non smette mai di stupire l’uomo dalle reti geniali e imprevedibili che vanta 129 reti e 42 assist in 407 presenze ufficiali nel campionato italiano, uno dei giocatori più prolifici nostrani ancora in attività che ieri però è stato fermato più volte da un possente Milan Skriniar spesso caduto ingenuamente dinnanzi all’esperienza del maestro e peccando di qualche intervento in contro tempo.
D’Ambrosio, sempre più maturo e consapevole specie dietro, salva su Defrel e malgrado le imperfezioni ha guizzi interessanti che se sfruttati al meglio potrebbero crear fastidio alle difese avversarie.

All’opposto di Quagliarella, Mauro Icardi che contro ogni probabilità statistica non segna al Marassi, sua casa d’infanzia calcistica nonché, bizzarro ma vero, sua vittima preferita.
Come è giusto che sia, ogni figliol ha familiarità dovuta negli angolini di casa propria, e così è per Mauro Icardi che a Genova ha segnato 10 reti in 31 partite in Serie A.

Altro dato ancora più bizzarro il fatto che la Samp è tra le vittime più gettonate del capitano nerazzurro. Nella passata stagione si era regalato un bentornato al campo dopo un infortunio che lo aveva tenuto out per quattro giornate, e al gol che non arrivava dal 5 gennaio, poco meno di due mesi e mezzo prima. Un digiuno interrotto in maniera dirompente considerato il poker inflitto all’ex squadra. Quast’anno però Maurito non ha segnato, né al Marassi tantomeno altrove, almeno in campionato, e se l’auspicio era di sbloccarsi a Genova, non è bastato auspicarsi perché oltre a non segnare il Capitano ha avuto persino la sindrome dell’assenteista.

Brozovic

Quello che non si è assentato all’appuntamento è stato Marcelo Brozovic, decisamente migliore nel secondo tempo che nel primo, durante il quale ha impiegato un po’ prima di trovare il giusto approccio alla partita – almeno secondo Spalletti che ha più volte richiamato la squadra, rea proprio di non sfruttare al meglio il croato.

Un finale omerico, scritto da un Brozo diventato epico a tutti gli effetti che cancella il solito peregrinare con palla dietro e i rischi connessi e gli errori che nel primo tempo hanno sporcato la prestazione nel suo complesso. nella ripresa infatti l’aggressività e l’atteggiamento, lontani anni luce da quel 77 svogliato e confuso che ondeggiava senza meta sul campo di gioco fino ai fischi contro il Benevento, hanno fatto la differenza come contro il Tottenham.

L’ira funesta del pelide Brozovic, epico davvero dopo aver giocato un ottimo secondo tempo, la stoppa di petto e dopo lasciarla rimbalzare sul terreno, carica un destro micidiale sul quale non può nulla Audero che non riesce a bloccare. E’ il 94′, Brozovic mette il risultato sull’1-0 e stavolta il silent-c’è, sì ma solo per il Marassi ammutolito, a urlare ci pensa Spalletti e viene espulso. La rete, di forza, grinta, quasi rabbia sembra un grido di liberazione che ben sposa l’istintivo e irrefrenabile urlo di Spalletti al momento del gol, dopo un’esultanza che sapeva di scarica.

Non ci ha pensato troppo Brozo che si è visto affondare addosso la possibilità di stoppare quel pallone malamente spazzato via dalla difesa doriana per liberare l’area e finito in perfetta traiettoria del croato che non ha neppure riflettuto sul da fare, se non stoppare e sistemarla così da prenderla con tutta la forza in corpo, con la stessa che ti aiuta a sopravvivere lì quando non puoi che tenere la testa a galla prima di iniziare ad avvertire i mancamenti.

Il movimento, la coordinazione, il tiro e l’esultanza, tutto così veloce da non pensare, e lo sa Spalletti che dopo due esultanze invano non può che liberare la pressione e come un vulcano che in stato di quiescenza accumula, lui è esploso senza curarsi di cosa travolgeva lungo le pendici.
L’impeto liberatorio, un’esultanza ringhiata in faccia alle telecamere e al quarto uomo che non ha ben accolto il gesto, magari credendolo indirizzato alla terna arbitrale che aveva diretto la gara, lo ha comunicato al direttore di gara che ha provveduto ad allontanarlo dalla panchina.

Spalletti

Non fa però in tempo a guastarsi la festa Luciano Spalletti perché è triplice fischio, game over al Marassi, l’Inter batte per la Samp e stavolta si sorride nonostante ci sia ancora tanto da dover migliorare.

Non c’è due senza tre

I goal annullati

Ci aveva già provato Nainggolan sul finire della prima frazione di gioco ma dopo un silent-check l’arbitro decide di annullare la rete ritenuta irregolare poiché al momento dell’avvio dell’azione, due maglie bianche erano oltre la linea difensiva nonostante i due giocatori non sembrerebbero interferire con l’azione ma il VAR che, non al terzo ma al quinto giorno resuscita dal sepolcro, annulla la 19esima rete del Ninja a servizio del tecnico di Certaldo.

Non è finita perché un secondo tempo decisamente più nerazzurro malgrado le ripartenze e il ribaltamento tipico blucerchiato, Asamoah riceve una splendida palla egregiamente indirizzata   con forza dalla distanza batte ancora una volta Audero ma la palla prima di essere spedita al ghanese è andata oltre la linea di fondocampo, motivo per il quale anche in questo caso, il risultato resta sullo 0-0.

Ad Asamoah risponde la Samp con un visibilissimo offside, annullata anche la terza rete della partita, stavolta sorride l’Inter che presa dall’adrenalina del momento, specie dopo il gol di Asamoah si carica e sferra l’attacco finale siglato Marcelo Brozovic.

 

Egle Patanè