“Di sicuro lo metto nei miei primi tre più belli, dispiace che sempre contro il mio Napoli faccio gol belli”.

Fabio Quagliarella, contro il Napoli, ne fa un altro: meraviglioso, istintivo, decisivo. Un gol di tacco che ha siglato il definitivo 3-0 dei blucerchiati contro la squadra di Ancelotti.

Marassi, gli ha tributato una standing ovation. Gli appassionati di calcio sono rimasti incantati dall’ennesimo capolavoro del 35enne stabiese che, nonostante il tempo passi, continua a strabiliare con marcature intrise di genio e talento, degne di applausi.

Con la maglia blucerchiata, quella di ieri contro il Napoli, è solo l’ultima magia di una collezione tanto vasta da non lasciarci poi così esterrefatti da quella rete arrivata con un colpo di tacco che gli ha fruttato applausi di una nazione intera.

Rovesciate, gol di tacco, gol impensabili messi a segno da quel bomber troppo spesso passato nel dimenticatoio e additato; un giocatore che, come ironicamente il web dice, più invecchia più è prezioso perché Fabio Quagliarella, classe ’83, non smette mai di stupire, oltre che di segnare.

Napoli croce e delizia

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Cresciuto nel Toro (ma con il sogno di indossare la maglia azzurra), passa a Napoli a ventisei anni, coronando il desiderio di militare nella squadra per la quale gli era sempre battuto il cuore ma, malgrado un contratto quinquennale e l’amore indissolubile, improvvisamente passa al peggior rivale di sempre, vostra signoria Juventus, dove va in prestito scatenando l’ira dei partenopei che lo bolleranno ‘core ngrato.

Alla Juventus rimane quattro anni malgrado alti e bassi, prima di tornare al Torino e alla Samp.
A Genova rinasce trovando finalmente la serenità che a lungo gli era mancata in campo e fuori.
Reso noto soltanto a posteriori e costretto ad affrontare in silenzio e solitudine mentre il resto del mondo lo additava, ha commosso l’Italia togliendo la maschera di sorrisi dietro la quale per anni si era trincerato, raccontando il dramma di cui era stato prigioniero quando, vittima della malata ossessione altrui fu costretto ad abbandonare la vita che con fatica aveva costruito e che tanto somigliava alla sua idea di felicità.
Ma Genova è gentile e cordiale e l’esilio da Napoli si fa meno asfissiante grazie al calore di quella che come lui stesso riconosce è ormai un po’ la sua città e la sua casa.

Lo scorso anno, dopo una stagione giocata e vissuta al massimo porta a casa riconoscimenti e premi ma soprattutto il perdono dei tifosi ai quali lui ha sempre, per forza di cose, tenuto di più: i napoletani.

Ieri ha realizzato il suo 128 gol in Serie A che, ironia della sorte, ancora una volta, arriva contro il suo Napoli.

128 reti e 41 assist in 404 presenze ufficiali nel campionato italiano, 178 gol e 50 assist in 536 partite totali disputate negli anni tra le varie competizioni, Fabio Quagliarella è uno dei giocatori più prolifici nostrani ancora in attività.

 

Egle Patanè