Dopo l’amara sconfitta allo stadio Maradona contro la corazzata bergamasca, la squadra azzurra perde il primato in classifica.
Colpa solo dei numerosi infortuni?

Nel giro di una quarantina di giorni, il Napoli ne ha viste e vissute di diverse.
Dai pareggi con polemiche per mancanze arbitrali contro Roma e Verona, alla prima sconfitta in campionato contro l’Inter, sebbene dopo una partita disputata ai massimi livelli, alla negativa trasferta in Russia in ambito Europa League.

E ancora, l’esaltante vittoria contro la Lazio dell’ex Sarri, fino all’amara sconfitta in casa contro l’Atalanta, attualmente la squadra più in forma tra le cosiddette “grandi”.

Al netto di tutto ciò che è stato sopra elencato e che, come sottolineava spesso il buon Benitez, “ci può stare“, il Napoli attualmente sta pagando care le assenze di ben cinque pedine importanti della sua rosa.

Al netto dell’infortunio di Manolas e delle assenze, ormai risolte, per Covid prima di Demme e poi di Politano, si sentono prepotenti le mancanze di Osimhen, che ne avrà per almeno tre mesi, la sorpresa Anguissa e le colonne Insigne, Fabian Ruiz e Koulibaly.

In pratica al Napoli manca l’ossatura della squadra e questo di certo non influisce positivamente sull’umore del resto del gruppo.

Se, almeno attualmente, in panchina manca anche Spalletti (ha ancora una giornata di squalifica da scontare, delle due rimediate dopo il match contro il Sassuolo), allora il problema è ben più corposo.

Ciò nonostante, la squadra partenopea ha dimostrato nell’ultima partita, un orgoglio e una caparbietà che sono arrivate ad un passo dal produrre un risultato più che positivo.
E invece, ahimè per la compagine azzurra, si è ripetuta la non buona storia della cattiva gestione del vantaggio, con il successivo tracollo finale.

È successo contro l’Inter, contro il Sassuolo e contro appunto, l’Atalanta.

Dove risiede il problema?
Cosa manca a questo Napoli per convincere davvero tutti di essere una serissima candidata alla conquista dello scudetto?

Spalletti sta trasmettendo senza dubbio quella mentalità giusta per affrontare ogni sfida con tenacia e giusta dose di “cazzimma”, ma sembra sempre che manchi quel granello di sale che sia capace di rendere succulenta la pietanza.

È stata senza dubbio quella mentalità a permettere agli azzurri di ribaltare la partita contro la Dea, salvo poi soccombere dinanzi all’evidentissima forma fisica e varietà di cambi della squadra di Gasperini.

Momentaneamente questa sconfitta porta il Napoli al terzo posto dopo le milanesi e sopra proprio la squadra bergamasca.

Momento no? Situazione temporanea?

Sicuramente, perché le carte in regola per fare bene, correggere gli errori, sopperire alle mancanze, ci sono tutte.

Una lotta che sarà avvincente tra queste quattro squadre (con un occhio sempre all’imprevedibile Juventus), in barba a chi sostiene che quello italiano sia un campionato mediocre e non all’altezza degli altri in Europa.

A dicembre niente calcoli, è presto, ma un’idea su chi comanderà la giostra ormai c’è e all’appello, c’è da scommettere, il Napoli risponderà ancora “Presente”.

Simona Cannaò