Il 2023 è stato un anno indimenticabile per il Napoli e per tutti i tifosi azzurri sparsi nel mondo: il club partenopeo ha conquistato il suo terzo scudetto, a 33 anni di distanza dall’ultimo. 

Una straordinaria apoteosi di azzurro quella che si è abbattuta durante la prima parte dell’anno appena trascorso.

Fin dagli inizi di gennaio, la città partenopea ha incominciato a colorarsi di quel tipico colore azzurro che la contraddistingue, ma non solo.

Presenti in ogni parte bandiere dal momento amarcord Maradona”, riferimenti al suo periodo in azzurro e alla nostalgica Argentina.  

Un tripudio di felicità, euforia ed ebbrezza che non ha mai lasciato la squadra, guidata dal tecnico toscano Luciano Spalletti.

Complice anche la pausa delle Nazionali per il Mondiale in Qatar, la squadra azzurra aveva chiuso il 2022 al primo posto. E poi Campioni d’inverno con due giornate d’anticipo, chiudendo il girone d’andata con 50 punti. 

Tutto un preludio, un gustarsi una lenta scalata in solitaria fino alla vetta più importante.

Complice in questo senso, anche il distacco dal secondo posto di 15 punti che poi è diventato di 18. Tutto ciò con quella sensazione di “sì, si può finalmente scacciare la scaramanzia” che non ha fatto altro che accrescere l’euforia e la gioia, sempre più incontrollabile. 

E finalmente, il 4 maggio alle 22:37, il Napoli ritorna ad essere campione d’Italia sul palco dell’Udinese, in una notte che sembra non voler aver mai fine. 

Video della squadra sull’aereo, la città in festa che sembra risvegliarsi da un sonno che sembrava infinito, a cui non basta il bacio del principe per risvegliarsi ma un gol di Victor Osimhen al 52’ (1-1) 

Uno scudetto senza confine, uno scudetto senza frontiere, dove il sole sembra non tramontare mai. 

Nel mondo, secondo un’indagine demografica americana, esistono quattro città con più napoletani che a Napoli: sono San Paolo, Buenos Aires, Rio de Janeiro e Sydney. Senza contare le migliaia di persone che portano Napoli nel cuore, in Italia e nel mondo. 

Quel giorno non si è illuminata solo la città partenopea.

La festa scudetto è proseguita nei giorni e nelle settimane seguenti, fino al 4 giugno, ultima di campionato. Qui uno spettacolo tra musica e intrattenimento in uno stadio completamente gremito di folla e di euforia. 

Il Napoli chiude infine il campionato a quota 90 punti, il miglior attacco (77 gol) e la miglior difesa (28 reti subite). Victor Osimhen conquista il titolo di capocannoniere con 26 reti totali. 

Eppure, non va meglio in Champions League, dove dopo un’incredibile partenza in un girone tosto con Ajax, Liverpool e Rangers e gli ottavi superati contro l’Eintracht Francoforte, la squadra dice addio alla semifinale, sconfitta dal Milan. 

Malgrado ciò, il sentimento con cui si apre la stagione 2023-24 è quella di un entusiasmo presente e palpitante nella tifoseria.  

Sebbene pesante l’addio di Luciano Spalletti come tecnico azzurro, sostituito da Rudi Garcia, o quello di giocatori importanti della squadra, come Kim e Lozano, il futuro sembrava avere tinte ottimistiche.

Arrivano in azzurro delle promettenti quote giovani, come Natan dal RB Bragantino, Cajuste dallo Stade Reims e Lindstrøm dall’Eintracht Francoforte. 

Con lo sguardo distaccato di chi ormai ne sa di più è chiaro che qualcosa nella macchina perfetta si era decisamente rotto.  

Un rendimento altalenante con una squadra ormai ridotta ad una patetica imitazione della squadra di appena pochi mesi prima, che porta alla decisione di esonerare il tecnico francese e riportare in azzurro l’ex tecnico toscano Walter Mazzarri. 

Un inizio decisamente non promettente per il tecnico che vince a Bergamo, ma perde con l’Inter e la Juventus. Ricomincia vincendo poi a Cagliari ma perdendo nuovamente con la Roma. 

Nell’ultima partita di quest’anno, tra mille esultanze alternati a momenti di profondo sconforto, il deludente pareggio in casa con il Monza. 

“Tutto quello che è successo finora è solo responsabilità mia. La colpa non deve andare sui giocatori o sugli allenatori, mi assumo tutte le responsabilità.” 

Queste le parole del presidente azzurro che di certo non le manda a dire, prendendosi, forse in ritardo, le responsabilità dell’incredibile calo della squadra nella seconda metà del 2023 .

Sotto la guida di Spalletti, la squadra aveva segnato 39 gol e ne aveva subiti solo 13. Con Garcia e successivamente Mazzarri, i numeri sono drasticamente peggiorati, con solo 28 gol segnati e 21 subiti. 

Il Napoli del 2023 può incarnare in sé un mito greco, sempre attuale e quantomeno mai banale: quello di Dedalo e Icaro. Il Napoli si è avvicinato tanto al sole, all’Olimpo dei grandi per poi volersi spingere, forse, oltre i suoi limiti reali.  

E poi cadere, senza riuscire ad alzarsi subito e ritrovarsi ormai a doversi rialzare, per quanto difficile sia riportarsi sulla traiettoria giusta. 

In conclusione, il Napoli si trova in una fase critica, con una significativa involuzione tecnica e di risultati.

La dirigenza e la squadra dovranno lavorare insieme per superare questa crisi e cercare di ritrovare la forma che li ha portati al successo la scorsa stagione, sperando di ritrovarsi nel 2024. 

 

Rosaria Picale