Per le inopportune (e francamente brutte) affermazioni al termine della sfida contro l’Hellas,  l’allenatore della Roma José Mourinho è stato squalificato due giornate dal Giudice sportivo:
per avere, al 45° del secondo tempo, al Quarto Ufficiale, indirizzato gravi insinuazoni al Direttore di gara, nonchè per essere entrato, all’atto del provvedimento di espulsione, sul terreno di giuoco con fare minaccoso contestando platealmente la decisione arbitrale; infine, al termine della gara, nel tunnel che adduce per aver reiterato suddette insinuazioni nei confronti del Direttore di gara mentre cercava di trattenere il proprio Direttore sportivo: recidivo“. 

Sempre più spesso si contano, ahinoi, episodi di forte tensione in campo e in panca che non sempre hanno a che fare “solo” con il lasso di tempo della partita stessa.

A questo giro, l’episodio più eclatante è stato senza dubbio quello che ha riguardato il finale di partita tra Roma e Verona e che ha visto come protagonista il pirotecnico allenatore dei giallorossi José Mourinho.

Lo Special One  ha indirizzato accuse di fuoco all’arbitro Pairetto, accusandolo di essere “stato mandato dalla Juve”, in merito ad alcune disposizioni arbitrali durante il match.

Accuse gravissime, corredate anche dal significativo gesto del telefono, a mo’ di telefonata fatta a dovere.

Il tecnico giallorosso ha subìto un cartellino rosso a cui si somma la “stangata” della squalifica.

Al di là del fatto in sé per sé, è inaccettabile che accadano ancora certe sconcezze durante o alla fine di una partita. E non importa chi abbia o meno ragione o se in questi casi, vi è una ragione da attribuire a qualcuno.

Forse si può provare a comprendere il momento, lo scatto di rabbia, una reazione oltre misura ma certe affermazioni sanno di marcio, di losco.

José Mourinho non è nuovo a certe esternazioni.

Un uomo diretto, esplicito, sopra le righe da sempre, che forse però, come tutti gli esseri umani, dovrebbe contare fino a 10 prima di lanciare illazioni così platealmente, con telecamere puntate da ogni angolazione, con i social che fanno inevitabilmente da cassa di risonanza (e lui da uomo intelligente dovrebbe saperlo!).

È maestro anche di provocazioni, perché in questo bisogna esserci e non farci.

Chi non ricorda il leggendario gesto delle manette in Inter-Sampdoria nella stagione del triplete?

 

O ancora la mano puntata all’orecchio contro i tifosi bianconeri dopo il match di Champions contro lo United e, sempre contro i bianconeri, il gesto del triplete sempre all’indirizzo dei tifosi…?!

Mourinho provoca anche senza parlare, lo fa da sempre in maniera originale, diretta e plateale. Ma, “scendere” al livello dei tifosi diciamo così, “meno intelligenti”, forse ci può stare però, le parole hanno un peso enorme in certi contesti e quel gesto del telefono, unito a quell’affermazione, hanno davvero un saporaccio.

Saporaccio per il quale l’allenatore della Roma pagherà non poco.

E tutto questo dispiace perché, come sempre, il tutto fa male al calcio, anzi, è tutto tranne che calcio.

Caro José, per noi sei da cartellino giallo, ma solo perché per le “punizioni” serie, ci penserà chi di dovere.

Un solo consiglio, con molta umiltà: conta fino a 10 la prossima volta, o magari vai anche oltre nel contare, ti farebbe molto, molto onore.

Simona Cannaò