Ciao Ricky, hai da fare domenica? …Sai ho gli uomini contati…!“… non sarà andata proprio così ma, con l’emergenza centrocampisti, Gattuso non ha potuto fare altro che convocare Montolivo.

L’ultima volta in campo risale al 13 maggio scorso in Atalanta-Milan, quando entrò a inizio ripresa per sostituire  Biglia ma, a causa di una durissima entrata su Gomez e relativa espulsione, la sua partita durò appena mezz’ora.

Da allora, prima l’esclusione -per scelta tecnica- dalla tournée estiva dei rossoneri negli Stati Uniti poi il suo nome sul mercato e infine una sorta di emarginazione.

L’epilogo peggiore dopo sei anni in rossonero che lo hanno portato perfino a essere capitano di un club leggendario come il Milam.
Lui, che è arrivato nell’estate del 2012 da svincolato della Fiorentina riuscendo a ritagliarsi il ruolo di leader di una squadra che stava cercando di superare i tanti senatori che avevano  lasciato: dopo pochi mesi, nel novembre successivo, gli viene data la fascia di capitano. Un onore e un onere per il centrocampista chiamato a essere la luce della mediana di squadre ‘complessate’ e problematiche e il volto di un Diavolo in cerca di identità.

E’ stata la luce e il volto anche nei confronti dei tifosi. Mai stato particolarmente amato, anzi… nel tempo, coi vari tonfi rossoneri, lui ha pagato la frustrazione dell’ambiente ed è diventato troppo lento e poco carismatico per guidare il centrocampo di una squadra che nel corso degli anni ha vissuto tanti cambiamenti e molte oscurità.

Ma la parola fine non è stata ancora scritta: Riccardo ha incassato critiche, fischi, umiliazioni, ha visto allenatori passare, campioni andare e venire a prendersi la fascia salvo poi alzare i tacchi non appena le cose non andavano bene; lui invece è rimasto, ha aspettato, non ha mai polemizzato …

Il contratto di Montolivo col Milan scadrà nel giugno 2019, solo allora si potrà scrivere la parola fine ma da qui ad allora Riccardo proverà a riconquistarsi il rispetto.