In carriera si è aggiudicato tre campionati croati, due Coppe di Croazia, quattro Supercoppe di Croazia, due campionati tedeschi, due Coppe di Germania, una Supercoppa di Germania, una Supercoppa di Spagna, quattro campionati italiani, tre Coppe Italia e due Supercoppe italiane a cui si aggiunge la vittoria di una Champions League, una Supercoppa UEFA  e una Coppa del mondo per club FIFA.

Con la nazionale croata ha partecipato ai campionati europei del 2012 e del 2016 e, dopo la partecipazione al Mondiale brasiliano del 2014, si è laureato vicecampione del mondo a Russia 2018.

Mario Mandzukic è considerato uno dei migliori attaccanti della sua generazione e un eroe nazionale nella sua Croazia.

Terra lasciata nel 1992, a causa della guerra per poi far ritorno a guerra terminata, nel 1996.

Ha vinto tutto e ovunque è andato: dagli inizi alla Dinamo Zagabria ai trionfi con il Bayern Monaco.

Ha giocato anche con NK Marsonia, NK Zagabria, Wolfsburg, Atletico Madrid poi l’esperienza italiana alla Juventus, un anno a Al-Duhail e infine un’esperienza di sei mesi al Milan.

Solo gli infortuni hanno debilitato un guerriero come lui.

Lotta, sacrificio, umiltà, caparbietà sono gli ingredienti di un campione che si è contraddistinto per il suo sapersi adattare tatticamente e il suo lottare su ogni pallone, fino allo stremo.

La costante voglia di migliorarsi e mettersi alla prova lo ha portato ad adattarsi in almeno tre ruoli diversi negli anni.

La sua massima espressione è stata con la maglia della nazionale croata con la quale ha espresso tutto il suo spirito combattivo e la sua leadership tanto da renderlo inamovibile al centro dell’attacco di quattro CT diversi in otto anni.

La sua storia con la maglia a scacchi è stata un crescendo fino al Mondiale del 2018 in cui la Croazia è arrivata in finale cadendo solo contro la Francia.

Una storia che non poteva terminare…

Dopo l’addio al calcio giocato inizia la sua nuova vita da allenatore e lo fa proprio come collaboratore del ct croato Zlatko Dalic.

L’annuncio è arrivato dalla federazione croata che scrive:

“Bentornato tra i Vatreni,
crediamo che avrai successo tanto nel ruolo di allenatore quanto nel ruolo di giocatore”.

“Non vedo l’ora di iniziare. So quanto la Nazionale abbia significato per me come giocatore e voglio trasmettere questa passione e la mia esperienza alla nuova generazione“.

Definito “bomber del popolo”, benchè in veste diversa, ancora una volta darà il suo contributo alla sua Croazia.

 “Quando gli ho parlato – ha detto il ct croato- ero convinto del suo impegno, del suo interesse e della sua disponibilità ad aiutarci e penso che i nostri giocatori, soprattutto i più giovani, trarranno grande beneficio dalla sua straordinaria esperienza“.