Karim Benzema, storia di un “Ballon d’Or” meritatissimo

Prima che si possa ripetere un meccanismo a cui siamo piuttosto abituati che vede in Kylian Mbappé ed Erling Haaland, i degni eredi della sfida eterna tra Messi e Cristiano Ronaldo, prendiamoci tutto il tempo per assaporare la vittoria di Karim Benzema al suo primo pallone d’oro in carriera.

La supremazia di Messi e CR7 portatori di un calcio stellare fatto di intuizioni, tocchi e conclusioni degne di un altro pianeta, sembra essere giunta al termine. Come in ogni epoca che si rispetti il testimone si passa sempre.                                                                    Ma prima è necessario soffermarci su colui che con questa vittoria, non sta aprendo a nuovi scenari, bensì ne sta chiudendo uno solo suo e di tutti coloro che questo pallone d’oro lo sentono un po’ parte delle loro vite; qualunque cosa possa significare.

Benzema arriva a questa 66esima edizione non da supereroe che sta bruciando le tappe, ma da 34enne che ha fatto dell’attesa, del lavoro e della dedizione, il suo punto di forza. Più si va avanti e più tutto tende a velocizzarsi e questo le nuove generazioni lo hanno insito nel loro DNA.                                                                                              Il mondo non aspetta, sei tu che devi correre più veloce di lui. E così anche nel calcio, dove l’attesa è diventata un lusso per pochi.

Quest’orologio che abbiamo dentro e che avanza inesorabile, mostra i segni della sua presenza man mano che il tempo avanza. Perciò le carriere dei supereroi del calcio, per quanto belle ed intoccabili possano essere, è dura condurle fino alla fine senza mostrare i segni di quel tempo che rimanda solo ad un lontano e nostalgico ricordo di ciò che si è stati.

Benzema non arriva da un altro pianeta, arriva dalla Terra e ha fatto dello scorrere delle lancette la sua forza. Basti pensare che la sua migliore stagione al Real Madrid è stata appunto quella appena passata in cui ha messo a segno con i Blancos 27 gol nella Liga e 15 in Champions League.   

In totale le reti segnate da Karim “The Dream” nell’annata 2021/22 sono 44. Tutte decisive per diventare insieme alla squadra, campioni di Spagna e successivamente detentori della Coppa dalle grandi orecchie.

E’ il pallone d’oro del popolo”:  così il numero 9 dichiara il giorno della premiazione. Lo ha vinto chi ha saputo aspettare mentre altri campioni si prendevano la scena.

La rivincita di colui che, escluso dalla propria Nazionale per cause giudiziarie, ha fatto del tempo il suo migliore alleato, facendosi trovare pronto quando è servito.                            E’ la vittoria di chi  segna un rigore di cucchiaio in un match che vale quasi il pass per la finale.

E’ la vittoria del centravanti che aiuta la squadra e si fa aiutare dalla squadra. Non è più il singolo ma diventa il gruppo. E’ quel colpo di testa con il corpo all’indietro su assist di Modric.

E’ il pallone d’oro di chi ha sangue algerino nelle vene e viene da un quartiere di Lione dove le disparità sociali sono all’ordine del giorno. Benzema è il giocatore più anziano ad aver ottenuto questo riconoscimento a dimostrazione che eroi lo si è anche con qualche anno in più sulle spalle.

Zinedine Zidane consegna 24 anni dopo la sua di vittoria, il Pallone d’oro a un francese. I due si abbracciano e si scambiano qualche parola. Ai più non sarà sfuggito il modo in cui i due si sono “riconosciuti”. A parlare non è solo la stessa nazionalità, ma la consapevolezza  di chi sa che il tempo è galantuomo e appena può ti restituisce tutto.

Elisa Licciardi