Parafrasando Simone Inzaghi, allenatore della Lazio – preso bonariamente  in giro dall’irresistibile trio degli  Autogol –  si  può dire che spiace.

Spiace aver buttato dei punti, spiace vedere un “assembramento” di giocatori senza né capo né coda, spiace passare in vantaggio e farsi rimontare, spiace  puntare al pareggio.

Cambiano i tempi:  una volta le squadre minori prendevano esempio dalle più grandi. Oggi è il contrario,  le grandi guardano alle minori, la Juventus per il rotto della cuffia pareggia e butta due punti con il Sassuolo.

Certo ad Atalanta e Sassuolo non si chiede niente e il loro obiettivo è oramai raggiunto,  ma in questa anomala stagione il calcio “provinciale” è quello che sta facendo notizia.

Che dire? La Juventus perde colpi e perde punti preziosi rischiando  lo Scudetto, Maurizio Sarri sta proponendo una squadra stranissima, quasi incapace di difendersi. È incredibile che dentro a questo gruppo ci sia Ronaldo che evidentemente ha perso di fascino e appeal  sul resto dei compagni.

Squadra allo sbando tenuta insieme dal portiere e da un allenatore (forse già con le valigie pronte?) che sembra disinteressato quasi. Biascica nel post partita due parole incomprensibili giustificandosi di continuo, manco fosse uno scolaretto delle scuole elementari.

Se la Juventus continua così lo scudetto lo butta direttamente alle ortiche e nella condizione in cui è la Società non se lo potrebbe proprio permettere.

In apparenza emergono troppi conflitti tra società, allenatore  e giocatori.

Non è chiaro il motivo di non aver schierato Paulo Dybala da subito, che è l’unico che riesce a far toccare qualche pallone in più per  Cristiano Ronaldo che pure ha sciupato una palla d’oro proprio dell’argentino.  Male Bernardeschi e idem Higuain a parte il gol.

Giocatori tutti insuffcienti, non è giustificabile prendere tre gol … che si chiami Sassuolo, Atalanta o Lazio, è inammissibile che una squadra di questo livello si comporti da dilettante.

La Juventus dà l’impressione di una squadra scollata e scollegata, fragile, piena di insicurezze. La sua guida – che notoriamente non ha mai avuto tutti dalla sua parte – sembra aver perso la presa anche su quelli che lo seguivano.

 

Un gruppo allo sbando, che lunedì si ritroverà a affrontare l’altra rivale – anch’essa ferita: la Lazio.

Non c’è più tempo.

Cinzia Fresia