Il mondo del pallone non è solo partite, allenamenti e stipendi d’oro. Ci sono infatti centinaia di persone che lavorano nel dietro le quinte per far sì che il grande spettacolo del calcio vada sempre in scena ogni settimana. Dai dipendenti dei club, agli staff tecnici, dagli allenatori delle scuole calcio, agli steward. Persone che, come tante altre, si sono ritrovate improvvisamente a casa,  senza stipendio o in cassa integrazione: è questo il caso del Torino.

De Laurentiis, Twitter
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La crisi provocata dalla pandemia di coronavirus, infatti, colpisce ancora una volta il calcio. Dopo il Napoli di Aurelio De Laurentis, ora è il Torino a chiedere la cassa integrazione per i dipendenti. Solo lo scorso aprile il club partenopeo aveva chiesto l’accesso a questo tipo di sostegno. I calciatori avevano poi deciso, nei giorni successivi, di offrire un loro contributo economico. 

Torino, Twitter
Torino, Twitter

A distanza di qualche settimana anche la società piemontese chiede la cassa integrazione per 42 dei suoi dipendenti. Questo l’accordo raggiunto tra il club granata e la Slc-Cgil, il sindacato dei lavoratori della comunicazione. 

Potranno ricevere questo tipo di sostegno solo coloro che hanno un contratto di prestazione sportiva e un compenso lordo annuo compreso tra 7.500 e 50mila euro. Chi guadagna di più o di meno è automaticamente escluso.

“Siamo gli schiavi del calcio” 

tuona, a Repubblica, uno dei dipendenti del Torino che non riceverà neanche il sostegno. 

Dipendenti, per lo più del settore giovanile e del settore Academy, che non ricevono lo stipendio da tre mesi. Il club chiederà quindi all’Inps di farsi carico dei loro compensi. Una richiesta di cassa integrazione guadagni in deroga per un periodo che va dal primo maggio al 3 luglio 2020. 

“In un momento di estrema difficoltà vissuto da tutto il Paese, i lavoratori della società Torino F.C. e le loro famiglie si sono ritrovate smarrite e prive di salari per mesi, in una situazione di totale incertezza e priva di prospettive – spiega il sindacato in una nota – Quando ci è stato segnalato questo stato di stallo abbiamo contattato la società per affrontare insieme un percorso che, anche tramite gli ammortizzatori sociali, ha permesso di fornire strumenti e mezzi per risolvere la situazione emergenziale”.

 

La richiesta di aiuto della società torinese all’INPS non riguarderà naturalmente la prima squadra.

Non si sa ancora se i giocatori granata, come quelli del Napoli, sceglieranno di contribuire in qualche modo per aiutare i dipendenti in difficoltà.

Urbano Cairo, Twitter
Urbano Cairo, Twitter

Altre aziende del presidente Urbano Cairo, comunque, puntano a chiedere il medesimo sostegno. L’assemblea dei giornalisti di Rcs Periodici ha già respinto la proposta di cassa integrazione. Una crisi che non risparmia, purtroppo, alcun settore. 

Alessandra Cangialosi