La vittoria contro il Verona alla ripresa del campionato, ha confermato il buon momento del Napoli che con Gattuso sembra aver ritrovato il sorriso e ripreso in mano gli obiettivi stagionali.

 

Dopo la conquista della Coppa Italia ai rigori contro la Juventus, il Napoli ha ripreso la sua cavalcata in campionato alla difficile conquista del quarto posto. Con 180 minuti nelle gambe, gli azzurri hanno ricominciato da dove il virus li aveva fermati ad inizio marzo.

L’ostico avversario, quell’Hellas Verona fatta di giocatori di ottimo livello e valide promesse del pallone guidati da un allenatore di polso come Jurić, di certo non ha mai rappresentato per gli azzurri quella che si può definire “una passeggiata di salute”.

Una trasferta impegnativa, che da sempre ha schierato due tifoserie non particolarmente gentili tra loro. A questo giro non ha visto pubblico, in un Bentegodi silente dove solo le voci dalle panchine e in campo sono state udite.

Partita nelle prime battute noiosa, carente di spunti eclatanti e con appena qualche guizzo a movimentare gli animi in una sorta di forzoso apericena calcistico.

Il fido Ospina di nuovo tra i pali che dona sicurezza agli azzurri, un’occasionissima sciupata da Verre, un’altra da Insigne colto però in fuorigioco.

Un palleggiarsi di tentativi di andare in porta che si concretizza al minuto 38’ con Milik, che col suo capoccione ben piazzato, insacca sicuro, regalando il vantaggio al Napoli.

Il momentaneo pareggio, poi annullato per un fallo di mano pochi istanti prima dell’azione da gol, conferma la caparbietà in campo dei gialloblu.

Una partita come tante, forse, ma che nelle teste e nei cuori dei tifosi partenopei lascerà sicuramente una traccia.

Per cosa?

I cambi di Gattuso.

Se il Coronavirus abbinato al calcio, ha dato la possibilità di effettuare – ovviamente per ragioni di sicurezza –  ben cinque cambi per squadra ad ogni partita, Gattuso l’occasione l’ha colta al volo.

Fabian Ruiz per Allan, il redivivo Ghoulam per Hysaj, Lobotka per Demme, Mertens per Milik e soprattutto Lozano per Politano.

Un cambio di metà squadra che ha praticamente messo vitalità nelle gambe e compattezza negli animi e negli intenti.

Compattezza che viene premiata nientepopodimeno che col gol di Lozano su assist di Ghoulam, 0-2 e praticamente il secondo gol che fino a pochi mesi fa, appariva come un’allucinazione agli occhi dei tifosi azzurri.

Lozano non ancora costantemente utilizzato, Ghoulam che non appariva quel Ghoulam validissimo di prima dei due infortuni. Vedere gioire questi due ragazzi, festeggiati da una squadra intera e non solo per il gol in sé per sé, ma perché la combo tra i due calciatori ha suscitato emozioni e scaldato ancora di più gli animi.

Artefice di tanta grazia?

Senza dubbio Mister Rino Gattuso, che dopo aver condotto la squadra alla conquista del primo trofeo post emergenza COVID-19, era sotto la lente di ingrandimento da più parti, magari con tutti gli addetti ai lavori schierati con la critica feroce in canna dopo le “sole” due partite di coppa in cui si è vista la sua impronta.

Gattuso a questa squadra “parla”, lo sa fare bene, con semplicità e concretezza, sue doti naturali e ormai conosciute da tutti. I giocatori lo ascoltano, lo seguono, si fidano.

Gennaro Gattuso: un uomo d’amore nella città dell’ “Ammmore”

Un amalgama che si sta rivelando vincente, che finora ha dato frutti belli e gustosi. Il Napoli ha un ritorno di Champions League contro il Barcellona da giocare, un quarto posto che vale la stessa Champions per il prossimo anno e in tasca un trofeo e due biglietti staccati per la partita di Supercoppa italiana e l’Europa League 2020/2021 con accesso diretto.

Un bottino impensabile a dicembre, o a novembre, nel pieno della crisi nera, da cui pare che la squadra e la società siano usciti vivi, forti e vincenti.

Con la certezza di Mertens a vita all’ombra del Vesuvio, pedina fondamentale in campo e fuori, e un condottiero come Gattuso, ostinatamente testardo e risoluto, di cose belle ce ne saranno da vedere.

Il campo parlerà, anzi continuerà appassionatamente a cantare “Oi vita, oi vita mia…”

Simona Cannaò