Lazio: una vittoria, una sconfitta e un pareggio.

Un inizio apparentemente equilibrato che nasconde però ben altro. Un cambio radicale quello che ha portato Marco Baroni, con una squadra più propositiva ma troppo ballerina fra difesa e centrocampo.

Il tecnico toscano, arrivato in un ambiente rovente come quello biancoceleste, ha dovuto confrontarsi sin da subito con diverse difficoltà.

L’addio di Tudor, Immobile al Besiktas, Luis Alberto e Felipe Anderson con un’altra maglia, la contestazione al Flaminio di metà giugno contro la presidenza biancoceleste: un inizio non facile per il tecnico toscano che veniva da un’altra stagione complicata a Verona e una salvezza raggiunta all’ultimo.

Poi il ritiro ad Auronzo di Cadore e l’incontro con i sostenitori presenti, le parole durante la conferenza stampa di presentazione, hanno ribadito un concetto basilare: sostenere la squadra nonostante tutto e piena fiducia a Marco Baroni. Riprova del fatto, il numero degli abbonati che saranno presenti allo Stadio ogni volta a cantare per la Lazio.

Le prime tre partite della Lazio in campionato

E così è stato quando la Lazio è scesa in campo contro il Venezia, neopromosso, nella prima partita del campionato 2024/25.

Una certezza durata due minuti e mezzo, quando i lagunari sono passati in vantaggio fra lo shock generale dell’Olimpico. La squadra però ha dimostrato di saper reagire e i tre gol rifila@ alla fine hanno risollevato il morale.

Cosa che si è disintegrata completamente nella partita successiva, nella prima trasferta contro l’Udinese: la rete di Lucca dopo cinque minuti ha riportato la Lazio nel baratro e durante la sfida al Bluenergy Stadium è stata risucchiata dalle sabbie mobili bianconere.

Una prestazione che ha portato la squadra friulana a tornare a vincere in casa contro i biancocelesti dopo ben undici anni.

Una statistica che in casa Lazio preferivano non aggiornare e su cui hanno lavorato molto per evitare la débacle anche contro il Milan di Fonseca, che ha cominciato con il piede sbagliato.

La sfida contro i rossoneri comincia bene però il calcio d’angolo e l’incornata di Pavlovic al nono minuto fanno ricadere la Lazio di Baroni in quella zona nera vissuta già nelle prime due partite.

A differenza di Udine però, al ritorno dall’intervallo i capitolini rialzano la testa e sfruttano la debolezza sulla fascia sinistra milanista per segnare i due gol della momentanea rimonta. Castellanos e Dia, grazie all’enorme aiuto di Nuno Tavares, riportano l’entusiasmo sugli spalti, dove i tifosi sono forse già troppo stanchi di andare sulle montagne russe.

Com’è la Lazio di Baroni?

Cosa può aver portato a questo sali e scendi? Sicuramente gli addii di Felipe Anderson, Luis Alberto e Ciro Immobile hanno creato un buco difficile da rattoppare, ingrandito anche dalla partenza in prestito di Cataldi alla Fiorentina.

Guendouzi e Rovella ora hanno le redini del centrocampo e c’è bisogno di tempo per adattarsi, tempo che non c’è se si pensa ai vari impegni settimanali.

In questo senso il mercato ha portato dei volti nuovi, come Gaetano Castrovilli, al centro della polemica nata dopo l’esclusione dalla lista per l’Europa League.

Volti giovani, sui cui Baroni ha puntato sin da subito, seguendo la filosofia dell’imparare a giocare giocando. Una scelta quella del tecnico toscano dettata dalla necessità di trovare un’identità a questa squadra e per costruire una nuova Lazio.

Mai come quest’anno il campionato ha le sue insidie, con tante squadre che possono puntare a fare bene, seguendo magari il modello del Bologna di Thiago Motta.

E in questo calderone come si potrà muovere la Lazio?

Per quello visto in campionato finora, la squadra di Marco Baroni ha bisogno di tempo, vista la giovane età della rosa e il bisogno di crescita dei nuovi arrivati.

Un’innovazione dalle due facce: quella della stagione da outsider oppure campionato in ombra.

Sta al tecnico e alla rosa decidere quale strada prendere e farlo pure in tempi brevi, con l’inizio dell’Europa League i prossimi mesi si faranno interessanti e la Lazio deve mantenere un ruolo di prestigio.

 

Chiara Del Buono