Si sono conclusi i primi mesi dell’avventura giallorossa di José Mourinho.

Annunciato a sorpresa il 4 maggio dello scorso anno lo Special One ha firmato un contratto triennale con la Roma.

Il 19 agosto fa il suo debutto ufficiale sulla panchina della Roma con la vittoria in Conference League contro il Trabzonspor e tre giorni dopo l’atteso ritorno in Serie A conquistando la vittoria contro la Fiorentina nel primo incontro del campionato italiano.

SERIE A

Attualmente sesta la Roma di Mourinho ha passato momenti altalenanti.

I giallorossi hanno chiuso il girone d’andata con 32 punti (20 punti conquistati in casa e 12 in trasferta) e una differenza reti di 10 (31 reti segnate e 21 subite).

La prima disfatta in campionato arriva durante la quarta giornata contro l’Hellas Verona: la Roma perde 3-2 dopo un iniziale vantaggio.

Dopo aver perso anche contro Lazio, Juventus, Milan e Inter e pareggiato con il Napoli, l’allenatore portoghese è riuscito a spezzare la striscia di risultati negativi contro le altre big vincendo contro l’Atalanta (i giallorossi non vincevano contro una big da circa 19 mesi).

“La mia Roma più bella? Penso di sì”

C’è stato uno spirito fantastico, i giocatori sapevano che non potevamo essere in controllo del match per 90 minuti e che ci sarebbero stati momenti di sofferenza.

La squadra è stata forte sotto tutti i punti di vista. Siamo stati bravi a interpretare la partita, mi è piaciuta la squadra perché non si sentiva al sicuro nei momenti di sofferenza”

“Oggi è stato fantastico vedere l’evoluzione, abbiamo saputo soffrire: nel passato, subendo gol all’inizio del secondo tempo, saremmo andati in difficoltà. Questa vittoria è un passo avanti per la mentalità della squadra”

 

CONFERENCE LEAGUE

Il percorso della Roma durante la Conference è stato più lineare.

Su otto partite giocate sono sei le vittorie con un pareggio e una pesante sconfitta: l’antagonista che è riuscito a fermare i giallorossi per due volte è il Bodø/Glimt, squadra norvegese che ha provato anche a strappare alla squadra di Mourihno il pass per gli ottavi.

Una partita, quella del 21-10, persa 6-1 su un gelido campo del Nord Europa.

Turnover fallimentare e partita che ha dimostrato perché il portoghese si lamenta: “Gioco sempre con gli stessi, la Roma 2 non è allo stesso livello dei titolari”.

Mourinho si è lasciato andare a qualche polemica di troppo da quando è tornato in Italia, specialmente nei confronti degli arbitri considerati troppo rigidi nei confronti dei suoi calciatori.

C’è stato un sarcastico consiglio a Zaniolo: Voglio dire una cosa che probabilmente va contro i miei interessi: se fossi Nicolo Zaniolo, comincerei a pensare che forse giocare in Serie A significa che le cose verranno accumulate contro di me” o a Cristante: “Ho detto a Cristante di andarci piano con l’arbitro perché lui non è Bonucci o non è un giocatore che ha uno status che può permettersi certe cose con il direttore di gara”.

Mou difficilmente si tiene qualcosa per sé e facilmente tende a togliersi i sassolini dalle scarpe, lui è così o si ama o si odia…

Ad amarlo sono sicuramente la maggior parte dei tifosi romanisti, sentimento reciproco sembra:

“Dal primo giorno che sono arrivato a Roma ho capito che la Roma e i romanisti sono famiglia e amici per me” ha detto Mou durante un video per gli auguri di buone feste.

 

“Il futuro deve essere roseo. Ovviamente sogno di vincere, perché è nella mia natura, nella mia storia. Non sono solo felice di migliorare e di creare le basi per il futuro. Voglio anche vincere. Speriamo che il 2022 ci dia la possibilità di aggiungere altri step nella costruzione di una Roma che non solo amerete, ma che vi farà sentire orgogliosi di quello che potrà realizzare”.

 

Un futuro roseo è l’unico progetto accettabile per Mou, un futuro di vittorie e trofei, perché fa parte della sua natura.

Un gruppo che da qualche mese si sta formando guidato dal mister portoghese, che ha incontrato e incontrerà difficoltà ma che vuole regalare tante emozioni ai suoi tifosi:

“Per lavorare con il tempo ci vuole empatia, perché senza empatia il tempo vola e non si costruisce niente. E vi assicuro che qui, tra le mura di Trigoria, l’empatia non è fine a sé stessa, ma cresce e diventa sempre più solida. Qui tutti lavorano e vogliono farlo in gruppo, stiamo diventando davvero forti sotto questo punto di vista e penso che lo stiate percependo”.

Quindi il futuro dovrà essere luminoso ma presente e recente passato?

Mou è tornato, con la sua grinta, il suo carattere la sua dedizione.

Ha preso in mano una squadra con evidenti difficoltà e sta cercando di cambiarla, di aggiustarla. Ha aiutato qualche calciatore a emergere e migliorarsi e qualche giovane a debuttare.

Questa finestra di mercato potrà portargli nuove gradite sorprese per dare equilibrio alla squadra.

 

Michela Asti