Cala il sipario sulla Serie A e il Milan saluta il proprio pubblico con una vittoria travolgente sul Verona. Giroud e Leao condannano i veneti allo spareggio. In base al nuovo regolamento infatti, in caso di arrivo a pari punti, non si fa più ricorso al bilancio degli scontri diretti per determinare la squadra che retrocede. E gli scaligeri dovranno vedersela con lo Spezia. La formazione di Pioli, invece, si gode il successo e il pass per la Champions League. 

Vantaggio rossonero con il rigore di Giroud nel recupero del primo tempo, poi il pareggio con Faraoni, ma alla fine si scatena Leao che mette a segno una doppietta. Il protagonista assoluto della serata però è solo uno e non è neanche in campo, Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese non ha giocato, causa infortunio, ma le luci di San Siro erano tutte per lui. L’attaccante infatti, dopo tre stagioni, ha salutato ufficialmente i tifosi rossoneri, ma non solo. The last dance: il 41enne, a fine gara, annuncia il ritiro dal calcio giocato: “Non lascio solo il Milan, lascio il calcio”. Si chiude così la lunga carriera di Ibracadabra. Non può che essere lui il nostro Man of the Day. 

 

Una giornata importante per i rossoneri, una giornata importante per Zlatan Ibrahimovic. Per l’attaccante si trattava dell’ultima partita in rossonero e dell’ultima gara come calciatore. La Scala del calcio lo ha omaggiato a dovere: sui cartelloni pubblicitari e in curva Sud, la scritta “GODbye Zlatan”; sugli spalti, 70 mila tifosi in piedi per salutarlo e ringraziarlo con il coro da sempre a lui dedicato; a bordocampo, lui emozionato. L’attaccante ha provato in tutti i modi a recuperare, ma non ce l’ha fatta.

Venticinque anni di carriera, 866 presenze e 511 reti, che lo rendono uno dei marcatori più prolifici della storia del calcio, ma non è finita qui. Trentadue trofei in bacheca, che lo rendono uno dei dieci giocatori più vincenti di tutti i tempi, calciatore svedese dell’anno in 12 occasioni, quattro volte sportivo svedese dell’anno e primatista di reti con la maglia della nazionale. Dalla Juventus all’Inter, dal Barcellona al PSG, dal Manchester United al Milan, Zlatan ha lasciato il segno e si è contraddistinto ovunque con le sue magie, i suoi successi e le sue azioni iconiche. 

Venticinque anni, dal Malmo al Milan. La sua seconda esperienza milanista (la prima risale al biennio 2010-12) finisce dopo 3 anni e mezzo, 78 partite e 37 gol. Ibra era ritornato in Italia dopo l’avventura a Los Angeles. Ai tifosi rossoneri aveva promesso una sola cosa: riportare la società dove meritava. Dopo due anni e mezzo, il Diavolo ha vinto lo scudetto. Lo svedese ha giocato meno di quanto avrebbe voluto, ma è riuscito comunque a dare una grande mano a Stefano Pioli e alla sua squadra, sia in campo che fuori. 

Un condottiero speciale, che non ha mai smesso di incitare i suoi durante i lunghi mesi di stop. Un leader vero, che il Milan ha voluto ringraziare “per questi magnifici anni vissuti insieme”. The end: Ibrahimovic dice addio ai rossoneri e dice addio al calcio giocato. È lui il nostro Man of the Day. 

Alessandra Cangialosi