La Juventus arriva a Frosinone tra l’entusiasmo generale dei tifosi e della gente in generale che accoglie la Vecchia Signora con grande calore.

Sulla carta sembrerebbe la partita più facile per la squadra bianconera, una vera corazzata al cospetto della piccola neopromossa che pure non è nuova a scherzi ai danni della Juve. Il primo tempo vede partire la Juventus subito all’attacco con un’ occasione abbastanza ghiotta per Ronaldo, che si vede negare il gol dal salvataggio sulla linea di Goldaniga: eppure, prese le dovute misure, i frusinati imbrigliano l’ unidici ospite che manovra ma fatica a trovare spazi e occasioni realmente pericolose. Longo ha studiato bene gli avversari, la volontà di fare bella figura contro i Campioni d’Italia fa il resto.

Insomma, nessuna reale minaccia per il Frosinone per tutto il corso dei primi 45′: poche idee e nemmeno molto chiare, poche iniziative, poco di tutto da parte della Signora.

Ma se la supremazia di una corazzata non si vede in queste occasioni… Allora quando?

Ricomincia la partita e nella ripresa tornano in campo i medesimi titolari: ma questo benedetto vantaggio non si concretizza, la palla gira lenta e non arriva a fare male i frusinati che resistono, in maniera strenua.

Bernardeschi entra al posto di Rodrigo Bentancur  che si è pestato i piedi tutto il tempo con Pjanic: meglio lasciare il posto al carrarese che è solito dare muscolo e gamba alla Juventus. I Campioni d’ Italia, incredibile a dirsi, non trova la strada verso la porta; non la trova nemmeno lui, CR7,  inglobato in questa spirale di confusione che è  la partita dei bianconeri.

 Per fortuna però Ronaldo non ha dimenticato – impossibile che accada – il suo istinto sotto porta, abbattendo le ultime riserve del Frosinone.

Siamo oramai al 39′, i padroni di casa sono sfiniti. Nei minuti di recupero è poi Bernardeschi che chiude il risultato, dopo aver – neanche a dirlo –  cambiato marcia alla parita, insieme all’ ingresso di Matuidi.

La vittoria, rimediata all’ultimo respiro, non cancella una realtà che si tocca con mano: la Juventus fatica troppo sui campi delle piccole. E’ una costante reiterata dallo scorso anno che continua senza variazioni, quasi che la Juventus non riuscisse mai a sancire la sua supremazia che canta solo sulla carta. Che non riesca o che non voglia farlo, non è questa sede di discussione: fatto sta che  osannare la capacità di rendersi provinciale, per una squadra che ha appena assoldato Cristiano Ronaldo, appare quanto mai fuori luogo. Così come magari sarebbe opportuno evitare di dire in conferenza stampa che le partite sono belle anche quando non si sbloccano.

In verità, ci sembra assai più bello uscire da un campo con un risultato bello rotondo, che porti la firma di una reale superiorità. Cosa che tutte le grandi in Europa, nei loro campionati, fanno puntualmente. E la nostra Serie A da tempo non è superiore alle altre.

C’è da meditare.

Daniela Russo