Dopo la sosta pasquale torna finalmente il campionato, ormai giunto alle sue ultime battute. Fiore all’occhiello di questa 31.ma giornata oltre al derby capitolino sarà anche Fiorentina-Sampdoria. Un ritorno a casa per Vincenzo Montella, allenatore della Fiorentina per tre stagioni, capace di trascinare i viola a conquistare tre quarti posti, una semifinale di Europa League, una di Coppa Italia e la finale nella stessa competizione. L’allenatore campano ha rilasciato un’intervista al Corriere Fiorentino, esponendo in primis le emozioni che lo accompagneranno durante l’incontro quando, allo stadio Artemio Franchi, siederà sulla panchina avversaria:

Sensazioni? Torno con curiosità. Firenze è una città di guelfi e ghibellini, ma basta conoscerla a fondo per apprezzarla. Io però non sono ruffiano e preferisco non dire altro. Lì ho tanti amici e ho avuto un gran rapporto con Pradè e Macia, mi spiace solo tornare con una classifica critica. Sarà una partita aperta perché ci sfidiamo in un momento delicato per entrambi”.

montella

Un matrimonio calcistico quello con la Fiorentina, che ha lasciato vivo l’affetto del mister per la città toscana, considerando anche la scelta del tecnico di trascorrervi qualche giorno prima di Pasqua in compagnia di parenti e amici. Discutibili restano invece le modalità del divorzio con la società.

L’ho saputo via mail, con una lettera firmata dal dg Rogg, che poi mi ha chiamato subito dopo. I motivi? Non li so, o forse sì. Alla società avevo palesato la volontà di non continuare a quelle condizioni, loro invece, forse per togliere competitors agli avversari, hanno fatto accasare tutti gli allenatori e poi mi hanno mandato via. Sulla clausola invece sono state scritte tante storie. Personalmente la rifarei, perché con i dirigenti avevamo un gentlemen agreement che per me vale più di tante firme: c’era un patto per non farla rispettare qualora avessi voluto cambiare squadra, ma quell’accordo non è mai stato rispettato. Eppure un dirigente già prima dell’estate mi aveva confermato che se avessi voluto mi sarei potuto ritenere libero”.

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Con queste parole Montella ha commentato la famosa clausola, divenuta una delle protagoniste dello scorso calciomercato estivo. L’ex allenatore viola è tornato anche sulle dichiarazioni rilasciate in seguito alla sconfitta in Europa contro il Siviglia, quando dichiarò “i tifosi non conoscono la loro dimensione“. Questa è diventata la frase “incriminata“, ritenuta una delle motivazioni alla base della scelta del club di esonerarlo. A distanza di mesi lui stesso ha voluto motivarla:

Non c’era strategia comunicativa in quelle parole, anche perché in quel momento non c’era nessuno per poterla fare. Dopo la sconfitta in Europa dovevo scegliere: salvare me stesso o la squadra. Ho scelto la seconda perché un allenatore talvolta deve diventare un capro espiatorio, la squadra infatti da lì ha reagito e vinto 5 partite in fila. Da parte mia ho sempre dato e preteso chiarezza, in quel momento pensavo che avessimo fatto più di quello che si poteva fare e ritenevo il nostro ciclo finito. Per quella che era la mia competenza, più in alto di così non si poteva andare: per questo non ero più nelle condizioni mentali di restare”.

Sampdoria's coach Vincenzo Montella looks on during the Italian Serie A soccer match UC Sampdoria vs SSC Napoli at Luigi Ferraris stadium in Genoa, Italy, 24 Juanary 2016. ANSA/SIMONE ARVEDA

Altro argomento di conversazione è stato il rapporto con la società e, alla domanda riguardo i rapporti con la presidenza, il tecnico ha così risposto: “Della Valle? Ci siamo rivisti a settembre per la partita dell’Italia al Franchi, ho provato a chiamarlo tante volte ma sono sempre stato rimbalzato. Alla fine ho smesso, ma la voglia di chiarire resta ancora”. Magari avrà la possibilità di incontrarlo proprio domenica, quando con la sua Samp sfiderà la Fiorentina di Paulo Sousa. In merito al mister portoghese e al suo operato Montella ha espresso il suo punto di vista:

Quando cambi allenatore ci sta che il gruppo abbia nuovi stimoli, Sousa è molto intelligente e porta avanti il lavoro già fatto. Ha una filosofia giusta e non mi stupisce che abbia fatto così bene. Se mi ha sorpreso il suo arrivo? Beh, non direi. Che sarebbe arrivato lui io lo sapevo da mesi.” Poi ha aggiunto: “Non saprei dire se questa Fiorentina sia più forte della mia, di sicuro si sono goduti Bernardeschi che con me invece è stato quasi sempre infortunato. Berna ha testa e gambe, si vedeva già nei mesi scorsi che ha stoffa. E poi è arrivata gente come Kalinic, per cui devo fare i complimenti a chi l’ha preso. Gomez in Turchia sta segnando a raffica, con Pepito accanto avrebbe reso di più anche a Firenze. Rossi forse non tornerà al 100% del suo potenziale, ma già averlo in squadra è tanta roba”.

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Alla fine il mister si è lasciato andare a un confronto tra il suo ex presidente e quello attuale, il patron dei Doria, e ha fatto una previsione sul match che aspetta lui e la sua squadra: “Ferrero è l’opposto dei Della Valle, bisognerebbe si fondessero insieme. L’anno prossimo però resto a Genova, ho un contratto. Ma senza clausola. Per domenica la Fiorentina è favorita perché ha più principi di gioco di noi, spero però che Babacar non si ricordi gli insegnamenti che gli ho dato: a volte si perde, ma ha un gran talento. Mi aspetto una bella Fiorentina, la Champions è ancora possibile. Senza coppe si corre più forte”.

Dunque Montella tornerà nel suo vecchio stadio, vivrà la partita alla guida della Sampdoria e si troverà sospeso tra ricordi viola, oramai divenuti passato, e un presente blucerchiato tutto da scrivere.

Chiara Vernini