È Gigi Riva il miglior calciatore degli ultimi 50 anni. Così hanno deciso i lettori della testata online Calciomercato.com.  Dirigente sportivo, ex calciatore del Cagliari, con il quale ha vinto lo scudetto nel 1970, Luigi Riva, detto Gigi, è considerato unanimemente uno dei migliori giocatori italiani di ogni epoca e occupa la posizione numero 74 nella classifica speciale stilata dalla rivista World Soccer per i calciatori del XX secolo. La vittoria appena ottenuta su Calciomercato.com conferma la stima e l’affetto da parte dei tifosi, che non è mai venuto a mancare anche dopo tanti anni dalla fine della sua carriera sui campi da gioco. Nel 1986 è stato anche Presidente del Cagliari per pochi mesi e dal 1990 al 2013 ha ricoperto il ruolo di team manager della Nazionale Italiana.

In occasione di questo trofeo, Gigi ha rilasciato un’intervista a Davide Zedda, nella quale ringrazia la Sardegna e i sardi e ripercorre le tappe della sua carriera. E si dice stupito che con tanti campioni più giovani e più pubblicizzati in televisione, sia proprio lui il preferito del web.

“Probabilmente ciò significa che la memoria storica ha ancora un senso e che gli appassionati di calcio non sono poi così distratti. Evidentemente una certa coerenza professionale e umana alla fine paga. E, sotto questo profilo, mi sento orgoglioso per le scelte che ho fatto nella mia vita di calciatore e di cittadino. Anzi di sardo. Perché sono certo che senza la Sardegna e la sua gente non sarebbe mai esistito Gigi Riva”.

Grande estimatore della musica di Fabrizio De Andrè che era anche suo amico e che considera un poeta superbo, le cui canzoni hanno accompagnato tutta la sua vita e ancora continuano a farlo, così racconta nell’intervista: “Le canzoni di Fabrizio le conoscono i miei figli e anche i miei nipotini. Amo De Andrè, forse perché siamo simili. Ogni tanto salto in macchina e raggiungo il luogo dove lui era stato sequestrato e che poi ha comprato per costruire la fattoria dove, sicuramente, sarebbe venuto a vivere insieme a Dori se il cancro ai polmoni non l’avesse portato via. Lo stesso male che uccise mio padre e la mia mamma. Un pezzo di Sardegna nascosta e selvaggia nella quale rifugiarsi lasciando che il mondo vada avanti da sé con le sue miserie. Una pulsione che sento spesso anche io e che mi spinge a starmene per i fatti miei. Poi percepisco l’amore che la gente prova ancora per me. La gente di questa terra, intendo, e riemergo dal fondo. In maniera discreta, però. Il mio bar per la colazione, il mio ristorante Stella Marina per la mia zuppa di verdura, il green dove ogni tanto gioco a golf, il mio ufficio dove leggo i giornali. Niente calcio dal vivo. Le partite del Cagliari le registro e le guardo il giorno dopo”.

Parla anche di Luca Pusceddu, il bambino morto di recente in provincia di Cagliari per una rovesciata sul campo effettuata subito dopo gli allenamenti. Gigi Riva era presente al funerale del piccolo Luca,  per dare sostegno alla famiglia e per accompagnare quel piccolo calciatore che viveva con il mito del pallone nel suo ultimo percorso terreno. “È stata una tragedia insopportabile, di quelle che non dovrebbero mai accadere. Un genitore non dovrebbe mai sopravvivere ai suoi figli”.

Parlando della sua infanzia, dice che la vita gli ha dato tantissimo sotto molti punti di vista. Però ha un rimpianto: “Baratterei almeno il cinquanta per cento di quel che ho ricevuto con la possibilità di vivere un’infanzia diversa da quella che, invece, ho trascorso”.

E alla domanda sulla Nazionale Italiana, risponde così: “Non volevo fare l’accompagnatore zoppo. E poi tante cose sono cambiate. Troppe cose. L’ultimo amico che ho lasciato a Coverciano è stato Cesare Prandelli. Un  bravo allenatore ma, soprattutto, un uomo buono. Ripeto, non guardo più le partite. La fotografia simbolica del calcio di oggi è quella del giocatore che casca urlando, rimane per terra un’eternità e poi come se niente fosse riprende a correre più di prima. Si chiama finzione. Il calcio è altra cosa. Anche cadere però poi uscire in barella perché ti sei fatto male sul serio”.

Parole che rispecchiano la grande umanità e lealtà di un giocatore che non ha mai deluso il suo pubblico e non si è mai fatto dimenticare. Perchè Gigi Riva è davvero un grande campione, lo è stato sul campo e lo è tuttora, nella vita.

Mirella Fanunza