E’ l’11 agosto 2015, una folla in visibilio aspetta all’aeroporto di Roma il suo nuovo bomber giallorosso: Edin Dzeko.

Il giorno successivo, con un sorriso orgoglioso, era lì in conferenza stampa a mostrare davanti a tutti la sua nuova maglia e soprattutto il suo numero scelto: 9.
Un numero pesante, da vero bomber, come lo sono stati in passato con quella maglia Pruzzo, Voeller, Balbo, Montella, Vucinic.

dzeko a roma
Immagine: Profilo ufficiale Instagram

Dzeko ha giocato in grandi squadre come Wolfsburg e soprattutto Manchester City prima di approdare alla Roma. Nella sua carriera ha vinto un campionato tedesco, due campionati inglesi, una Coppa d’Inghilterra, una Community Shield e una Coppa di lega inglese.

Sono passati quasi cinque anni da quell’incredibile giorno.

Cinque stagioni con la Roma, con 102 gol all’attivo, il settimo giocatore della storia dei Capitolini ad aver superato quota 100 gol con la maglia giallorossa.

Nell’intervista sui suoi 100 gol con la Roma, Edin ha scelto come preferito quello contro il Chelsea nel 2017, quello che diede inizio a una grandissima rimonta che portò quella partita al pareggio contro il Blues.

La stessa stagione in cui  la squadra giallorossa riuscì ad arrivare clamorosamente alle semifinali di Champions League.

Dzeko, fascia da capitano e 100 gol con la maglia della Roma

Ne ha viste tanti Dzeko in tutti questi anni a Roma, ha visto nel tempo andar via i suoi amici e trasformarsi in avversari, ma lui alla fine è sempre rimasto.
Proprio come quando nel gennaio del 2018 è sul punto di trasferirsi a sorpresa al Chelsea, ma la trattativa sfumò in extremis per scelta del calciatore. O ancora più recentemente la scorsa estate del 2019 dove sempre Conte lo vuole fortemente ma anche questa volta resta beffato dalla firma insperata del rinnovo del contratto fino al 2022.

Il suo approdo nella Capitale è tutto merito dell’allora dirigente sportivo Walter Sabatini, considerato uno dei migliori ds per la sua grande capacità di scovare talenti nel mondo.

“Sapevo che il mio tempo al City stava per finire e mi convinse Sabatini. Mi venne a trovare in Croazia e mi disse che senza di me non sarebbe tornato in Italia. Non è venuto lasciando in sospeso le cose, è stato diretto. Dopo è stato tutto più facile perché le società già si conoscevano.” 

Ormai Dzeko è entrato nella storia della Roma sia per aver centrato il centesimo gol contro il Sassuolo il 1 febbraio sia per aver ereditato la fascia da capitano da Florenzi dopo la sua cessione in prestito al Valencia.
Edin è il primo straniero dal 1998, data in cui Aldair cedette la sua fascia da capitano a Francesco Totti che la tenne al braccio per ventitré lunghissime stagioni prima di lasciare la Roma e il calcio giocato e donare la sua fascia a Daniele De Rossi.

La prima volta che sono stato capitano è stato negli ultimi sei mesi a Wolfsburg, poi sono andato al Manchester City. Negli ultimi sei anni sono stato capitano della Bosnia e sono orgoglioso. Poi esserlo a Roma dopo Totti e De Rossi è un grande onore in questa società meravigliosa. Io già da prima mi sentivo uno dei capitani, perché penso che ogni squadra abbia più di un leader dentro e fuori dal campo al di là della fascia.

L’attaccante bosniaco in un excursus sulla sua vita, scopre due fotografie con indosso la sciarpa della Roma e la bandiera giallorossa, un ricordo insolito che lui aveva rimesso vista la giovane età che ritraevano insieme ai suoi compagni.
La dimostrazione – come dice anche lui nell’intervista –  che in realtà non è  tifoso romanista dal suo approdo nel 2015, ma praticamente ha la passione per questi colori da sempre.

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Gepostet von AS Roma am Montag, 13. April 2020

Oltre ad essere capitano della Roma, lo è anche della sua Nazionale bosniaca da sette anni. E’ anche il miglior marcatore di sempre con la maglia della nazionale oltre che primatista di presenze con quella maglia: 58 reti in 107 presenze.
Dzeko ha anche un altro record, è l’unico ad aver segnato più di 50 gol in tre dei cinque campionati europei più importanti (Bundesliga, Premier League e Serie A).

Senza dimenticare la sua grande vena altruista e benevola: è ambasciatore dell’UNICEF ed è stato il primo bosniaco a ricoprire quel ruolo. In occasione delle iniziative della Roma per l’emergenza mondiale che sta affrontando l’Italia per il Covid-19, ha dichiarato di essere orgoglioso di far parte di una società che pensa alle persone che in questo delicato momento hanno più bisogno e si sente di aver fatto la scelta migliore a rimanere a Roma.

Nelle ultime partita di campionato della scorsa stagione il suo viso era sempre cupo e nervoso e i continui cori contro di lui facevano presagire un’irrimediabile addio.
Alla fine però Edin è rimasto e si è anche preso la fascia da capitano dimostrando ai tifosi e a tutti grande attaccamento per questi colori pur essendo stato spesso criticato.
Lui è un leader nella Roma e lo ha dimostrato non tirandosi mai indietro, anzi mettendoci più volte la faccia e giurando nuovamente amore con il rinnovo pur avendo contro metà dei tifosi.

Edin Roma ti ama, e probabilmente ormai lo farà per sempre perchè sarai tu ora il suo capitano! 

Raffaella De Macina