Conte non le manda a dire, non l’ha mai fatto, oggi più che mai.

E mentre accenna sorrisi forzati, nel post partita tra Napoli e Inter, si toglie piccoli sassolini dalle scarpe.

Vince al San Paolo, contro il Napoli di Gennaro Gattuso. Per la società nerazzurra non succedeva in Campionato da 23 anni, dal 1997, anno in cui arrivò in Italia il Fenomeno Ronaldo. Antonio Conte porta così a casa la sua centesima partita su 145 in Serie A. Un bel risultato. La coppia Lu-La (a quota 30 gol stagionali) fa saltare il settore ospiti: due reti il primo e una il secondo. Conte si toglie i primi sassolini, alla faccia di chi riteneva fondamentale la presenza di Mauro Icardi, alla faccia di chi non ha mai creduto abbastanza nel gigante belga.  

Il tecnico leccese sta riuscendo in una grande impresa, l’Inter è in cima alla classifica, al pari della Juve con 45 punti, eppure c’è chi ancora prova a trovare il pelo nell’uovo per quanto riguarda il suo operato.

A fine 2019 il “problema Zazzaroni” sul suo giornale, nel 2020 Mister Capello in diretta a Sky Calcio Club spiega secondo lui i motivi per i quali l’Inter vince di più in trasferta che a San Siro: “La squadra sta troppo bassa”.

Giusto in tempo, l’arrivo di Conte al microfono dell’inviato di Sky Sport:

“Stavo sorridendo perché non sono d’accordo con Capello, non penso che l’Inter oggi sia rimasta lì abbassata per poi ripartire. Ha preso altissimo il Napoli e ha provato a farlo per tutta la partita. Sento parlare sempre di contropiede e contropiede, ma…”.

Capello insiste:

“Vuoi che dica ripartenze che è più moderno? Non hai ascoltato quello che ho detto”.

Prova a mediare il padrone di casa, Caressa, ma Conte è già partito per la sua strada:

“Di cosa stiamo parlando? Non è questo il calcio che facciamo, con tutto il rispetto. Il calcio deve essere visto. È uno sport bello perché vario…o avariato! Meno male che gli avversari ci temono di più di chi vede la partita. Certe volte sento delle astrusità!”

Il litigio tra Antonio Conte e Fabio Capello
Foto: SkySport

Conte difende il suo operato e quello dei ragazzi. Del resto i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il ghiaccio in studio si è rotto, l’atmosfera è ormai molto calda. Si cerca di cambiare strada, di andare su temi che possano stare a cuore a un Conte infuriato (ad esempio Lukaku) ma anche lì il tecnico si scalda: non toccategli il suo diamante, soprattutto se non ne avete mai esaltato le sue qualità.

Lukaku è una pippa! – scherza. In studio c’è chi ride forzatamente – Ne ho sentite di tutti i colori su di lui. Continuate a dire che è una pippa! Oggi è facile parlare di Lukaku, siete tutti sul carro ma io non dimentico quello che è stato detto. Lui può migliorare, così come Lautaro. Romelu era un diamante grezzo da lavorare, anche con Lautaro stiamo lavorando sul gioco di coppia, quando devono attaccare la profondità. Stiamo parlando di ragazzi di 26 e 22 anni. Romelu lo volevo già alla Juve e al Chelsea, adesso sono contento di poter lavorare con lui. Io ce l’ho e me lo tengo stretto”.

E anche il secondo sassolino è stato tolto dalla scarpa.

Conte: “Lukaku? È una pippa! Io non mi dimentico quello che è stato detto!”
Foto: passioneinter.com

I PRECEDENTI TRA CONTE E CAPELLO. COS’È SUCCESSO TRA I DUE? – Un grande allenatore del presente e un grande allenatore del passato. I due non si sono mai amati e l’hanno già mostrato. Tutto è nato nel 2004 quando Fabio Capello non volle Conte né in campo né al suo fianco nel periodo bianconero.

Poi nel 2014 un altro episodio: Antonio Conte, dopo il 2-2 in rimonta subito dal Verona decide di far saltare ai giocatori della Juventus il giorno di riposo. Sulla punizione si espresse Capello, all’epoca t.c. della Russia: “Castighi non ne ho mai dati, non fa parte del mio modo di pensare” e aveva fatto intendere che il campionato italiano era troppo facile da vincere. Quell’anno lo vinse la Juve e in panchina ci fu proprio Antonio Conte. 

“C’è più puzza in casa di altri. Dei suoi anni alla Juventus ricordo non tanto gioco e due scudetti revocati. I maestri che non conoscono le situazioni si facessero i fatti loro. Altri grandi ex bianconeri, come Lippi e Trapattoni sono sempre educati e rispettosi del lavoro degli altri. Capello guardi a casa sua e pensi a fare un buon lavoro per i Mondiali. Quando parla un guru del calcio dobbiamo stare zitti, inchinarci e fare riverenze. Ora giochiamo senza di lui e a quanto pare giochiamo un torneo amatoriale”,

aveva replicato il Mister. 

Il tecnico nerazzurro, abituato a squadre importanti spesso in cima al Campionato, all’Inter ha dovuto fare un lavoro diverso. Ha preso una buona squadra, non eccellente. Oggi sta provando a fare quello che io suoi ex colleghi, da 10 anni a questa parte, non sono riusciti a costruire. E almeno per ora ci sta riuscendo. Il Campionato è ancora lungo, tutto può accadere, ma Mister, continui a togliersi questi sassolini!

Sara Montanelli