Maurizio Sarri è una persona semplice che non esibisce e non ostenta nulla: nessuna macchina sportiva di lusso,  aeroplani o imbarcazioni.

Come allenatore della Juventus  sta facendo fatica  a farsi accettare e a farsi amare dagli juventini: una parte della tifoseria non ha dimenticato il suo passato di tecnico al Napoli e  non riesce ad apprezzare il suo lavoro, guardandolo  con sospetto.Sarri dal canto suo era consapevole,  quando ha fatto  la scelta di accettare la proposta della Juventus,  che sarebbe stato costantemente sotto giudizio e nel mirino delle critiche qualora  la Juventus avesse perso.

Tutt’oggi deve sopportare quotidianamente confronti con altri allenatori.

Persino quando vince, davanti ai microfoni non ride mai:  resta composto senza tradire la minima emozione sia negativa sia positiva.   Eppure qualcosa – anzi qualcuno –  lo emoziona: si chiama Ciro ed è il suo cane.

Sarri con Ciro
Gazzetta Web

Un figlio peloso, incontrato per caso a Castel Volturno – sede del ritiro del Napoli – dove il cane si recava giornalmente a cercare  conforto e compassione.

“Era diventato la mascotte della squadra”, ha detto Sarri. I  due entrano in un’intimità psicologica tale da indurre il tecnico a adottarlo e a diventare inseparabili.Ciro –  così verrà chiamato –   ha seguito il “suo papà” umano nei suoi trasferimenti.  A causa di un passato difficile l’animaletto  soffre a stare chiuso troppo a lungo,  necessita di poter soggiornare di tanto in tanto in spazi aperti.

Proprio per questo il tecnico  non ha avuto dubbi ad utilizzare un volo privato per farlo arrivare da Londra a Torino.

Quando domenica sera gli è stato chiesto se avesse seguito Napoli-Inter dopo la vittoria straripante  sul Cagliari, la risposta naturale è stata:  “No, devo  portare Ciro a fare la sua passeggiata”,   e i suoi occhi si sono illuminati.

Anche un uomo apparentemente distaccato, in apparenza in controllo delle proprie emozioni ritrova se stesso con il suo migliore amico:  in quel momento  dove può godere di istanti di libertà manifestando i propri sentimenti senza il timore del giudizio.

E forse si dovrebbe cominciare a volere  un po’ di bene a quest’uomo, anche se non ha proprio il physique du role dell’allenatore,  anche se non ha molto in comune con la Juve… Ma ha un cuore grande e ha salvato una creatura dalla strada: questo potrebbe essere un buon inizio.
Cinzia Fresia