Il focolaio scoppiato in casa granata causa il rinvio di Sassuolo-Torino.

In forte dubbio anche Lazio-Torino. Il caos Juve-Napoli ha creato un precedente?

In casa Torino aumentano  le positività riscontrate nel gruppo squadra, alle prese con un nuovo focolaio di Covid.

Il match contro il Sassuolo è già saltato e la Asl di Torino vorrebbe rinviare anche la gara in programma martedì allo stadio Olimpico contro la Lazio.

“Per autorizzare il viaggio a Roma devono esserci i requisiti di sicurezza, soprattutto in relazione alla maggiore contagiosità propria delle varianti del virus. E la variante inglese può costituire un elemento di criticità importante”

Queste le parole del direttore generale della Asl di Torino, il dottor Carlo Picco, a corredo della comunicazione già inoltrata alla Lega per annunciare che il viaggio verso la Capitale non ci sarà.

Le positività attualmente accertate sono 10 (tra squadra e staff), ultima in ordine quella di Nkoulu.

Il regolamento parla chiaro: 13 giocatori sono sufficienti per scendere in campo (regolamento al quale si sono attenute molte altre squadre fino a oggi),  si può richiedere il rinvio di un solo match.

Ma torna in gioco il ruolo della Asl che –  legittimata dal ricorso presentato da De Laurentiis per il caos Juve-Napoli – può bloccare la partenza della squadra, arrecando non pochi disagi al campionato che rischia di replicare la scena (purtroppo già vista) dello scorso anno.

Andiamo con ordine: il Torino, secondo il regolamento della Lega Serie A, potrebbe partire e giocare regolarmente schierando la Primavera, con la quale raggiungerebbe il numero minimo necessario.

Il patron granata, però, è contrario a questa eventualità, vista la posizione della sua squadra in classifica e il forte divario tecnico che ne deriverebbe.

Se la Asl bloccasse il viaggio della squadra (come ha già anticipato), in virtù del ricorso vinto da De Laurentiis per la medesima situazione, Cairo potrebbe comodamente usufruire dello stesso trattamento riservato al presidente dei partenopei.

Possiamo dire, senza sembrare eccessivamente polemici, che dopo il polverone sollevato da De Laurentiis (a torto o ragione, non è importante), tutto è concesso.

I regolamenti, del resto, specialmente in Italia, sono fatti per essere infranti.