Una Juventus non pervenuta in quel di San Siro accede alla finale di Coppa Italia ai danni di un’Inter che è la sontuosa e bella copia di quella vista allo Juventus Stadium.

Schierato in campo il 4-3-3, Mancini risolve l’assenza della coppia Miranda-Murillo dando fiducia a D’Ambrosio e Juan Jesus che diventano coppia centrale, con Nagatomo e Santon terzini. Il trio di centrocampo con Kondogbia e Brozovic mezze ale e Medel centrale arretrato alle spalle del tridente d’attacco che vede Eder accompagnato dagli esterni Ljajic a sinistra e Perisic sulla destra e Carrizo in porta. La Juve invece schiera il 4-4-2, piazzando sulla linea difensiva Alex Sandro e Lichtsteiner terzini e coppia centrale composta Rugani e Bonucci a difesa di Neto. In seconda linea Asamoah, Hernanes, Sturaro e Cuadrado e in avanti Morata e Zaza.

Dopo una partita d’andata non giocata dall’Inter e un risultato che lasciava presagire una scontata partita di ritorno, gli interisti non ci stanno e a prendere in mano la situazione ci pensa Marcelo Brozovic, il grande escluso della sfida di campionato contro la Juve di domenica scorsa. Il croato sopperisce alle evidenti lacune di solidità e carica il 110 % cercando di trasmettere positività ed entusiasmo al resto della squadra sin dal fischio d’inizio. L’impegno paga e se è vero che impegnarsi gratifica sempre, non ha dovuto attendere troppo affinché venisse gratificato e al 17.esimo si regala un angolino basso proprio mentre la curva intonava “E se saltelli l’Inter va in vantaggio”.

La prima parte d gioco si conclude con il vantaggio nerazzurro per 1-0, una traversa e una rete esterna entrambi firmati Adem Ljajic, una Juventus non pervenuta.

Kondogbia si scontra con Sturaro e francese sostituisce francese e dentro Biabiany passando al 4-2-3-1.

Chi di gol in avvio di ripresa ferisce, di gol ad avvio di ripresa perisce e per ricambiare il favore dello Stadium, al 4’ minuto della ripresa, Perisic su cross di Eder sbuca superando Neto e raddoppiando il risultato.

La Juve inizia a farsi vedere al Meazza ma, Rugani si lascia superare da Perisic e lo affonda in area piccola servendo l’occasione per il 3 a 0 e, infatti, Brozovic dal dischetto realizza la doppietta personale facendo esplodere San Siro per una remuntada alla quale credevano in pochi.

Poco da fare con i minuti di recupero, si passa ai tempi supplementari e nessuna inversione di marcia fino alla fine dei primi 15 minuti; nel secondo tempo supplementare infatti, la Juve tira fuori i denti e non concede più nulla, si fa vedere nell’area avversaria ma il gol non arriva, triplice fischio e tutti dal dischetto.

Iniziano i bianconeri a calciare i penalty e tutti a segno quelli dei bioanconeri,  al cospetto dei 3 messi a segno dai nerazzurri su una sfortunata traversa di Palacio.

Finisce così a San Siro, insufficiente la folle remuntada nerazzurra, la Juve batte l’Inter e va dritta in finale dove ad attenderli ci sarà il Milan di Mihajlovic che ha battuto l’Alessandria.

Remuntada inutile, direbbero in molti, se non fosse per il fatto che dopo quasi due mesi l’Inter di Mancini torna in campo con carattere, personalità e voglia di lottare, elementi che mancavano da un po’ e che, forse, lasciano sperare in una ripresa se non immediata quantomeno possibile.

Mancini in conferenza, finalmente col sorriso, dice: “Voglio fare tantissimi complimenti alla mia squadra, mi dispiace molto per i giocatori perché meritavano di andare in finale. Sono comunque molto felice per loro, questo è sicuro”.

Egle Patané