Vicini guidò gli Azzurri ai Mondiali di Italia ’90: in quella notte del 3 luglio non conquistarono il vertice della classifica ma sicuramente il cuore degli italiani.

Un affetto travolgente ci fu verso la Nazionale di Azeglio Vicini che ai Mondiali di Italia ’90, dopo la partita beffa contro l’Argentina, chiuse al terzo posto, vincendo 2 a 1 grazie ai gol di Baggio e Schillaci contro l’Inghilterra.

Vicini, l’allenatore delle celebri “Notti magiche”, ha sempre ricordato con dispiacere il Mondiale mancato in casa: “Avremmo meritato di vincere, siamo stati sfortunati. Non perdemmo mai sul calmo, sei vittorie e un pari, e arrivammo terzi, l’Argentina fu sconfitta due volte, ci battè ai calci di rigore e andò in finale con la Germania. Ma gli italiani ci dimostrano un affetto sconfinato”.

Non è un caso che la partita Italia – Argentina, quella del 3 luglio appunto, rimanga una delle più seguite di tutti i tempi, una delle più significative dal punto di vista del pathos e dello spirito di aggregazione e sentimento nazionale.

Romagnolo di origine, è stato tra i Commissari Tecnici più amati per la sua pacatezza e per il suo modo di essere mai sopra le righe.

Lui e le sue intuizioni; come quella di buttare nella mischia Totò Schillaci (che alla fine risultò il miglior marcatore del torneo con 6 reti) e puntare su un giovanissimo Roberto Baggio.

La sua avventura in Nazionale, iniziata nel 1986 terminò il 15 ottobre del 1991, quando lasciò il ruolo di commissario tecnico ad Arrigo Sacchi, dopo l’esonero dall’incarico tre giorni dopo lo 0-0 con l’Unione Sovietica che costò all’Italia la qualificazione agli Europei del 1992 di Svezia.

A lungo presidente del Settore tecnico della FIGC, cedette l’incarico nel 2010 proprio a Roberto Baggio, del quale era stato come detto fervente sostenitore.

Vicini ha avuto un passato da calciatore; cresciuto nelle giovanili del Cesena, la squadra della città dove era nato nel 1933, tra gli anni Cinquanta e Sessanta giocò per il Vicenza, la Sampdoria e il Brescia.

In una delle sue ultime interviste, Vicini ha dichiarato che il suo lavoro, pur con le molte responsabilità, non aveva mai smesso di divertirlo. Segno questo della passione per il mondo del calcio che da sempre lo animava.

Silvia Sanmory