Nella classifica dei dieci giocatori più forti di sempre Johan Cruijff c’è.

in quella dei dieci personaggi calcistici più iconici del pianeta, anche.

Nella classifica dei dieci allenatori che più hanno influenzato questo gioco – neanche a dirlo –  lo troviamo.

Fare un salto all’Etihad di Manchester se non ci credete.

Oggi, 25 aprile 2020, avrebbe compiuto 73 anni, da quattro non c’è più e il vuoto lasciato dalle leggende è sempre più grande anche se si può colmare ricordando le loro imprese. 

Personaggio fuori dagli schemi, genio rivoluzionario del pallone, Johan Cruijff ha lasciato un segno indelebile nel calcio e ha trasformato il gioco levandolo alla poesia.

Giocava un calcio avanguardistico, fuori dagli schemi, interprete più emblematico del “calcio totale” con cui l’Ajax e i Paesi Bassi di Rinus Michels trasformarono la storia del calcio tra la seconda metà degli anni 1960 e la prima metà degli anni 1970.

Con la Nazionale non riuscì a vincere niente, come invece fece nelle squadre di club con cui alzò praticamente ogni trofeo nazionale e internazionale, compresi anche 3 Palloni d’Oro, che convinsero anche il più accanito dei detrattori.

cruijff

Ribattezzato il “Pelè bianco” dal grande Gianni Brera, è impossibile spiegare quello che ha rappresentato Cruijff per gli appassionati in quegli anni.

Talento e cervello senza il quale non si potevano raggiungere risultati, come lui stesso disse in una delle sue più celebri dichiarazioni:

“Ogni allenatore parla di movimento, dice di correre sempre. Io dico: non correte molto. Il calcio è un gioco in cui si gioca con il cervello. Bisogna trovarsi nel posto giusto nel momento giusto, né troppo tardi, né troppo presto”.

E applicava questo concetto divinamente.

Uno come lui, che scelse il 14 quando le regole di quegli anni imponevano la numerazione dall’1 all’11, non poteva che nascere in una data storica per il nostro Paese.

Il 25 aprile. Il giorno della Festa della Liberazione.

E in un mondo del calcio ormai schiavo delle regole e dai dettami tattici, ci servirebbero altri Cruijff per liberarci e tornare ad apprezzare nuovamente il gesto tecnico e l’essenza del talento. 

E chissà cosa avrebbe detto di questo lockdown mondiale, forse ci avrebbe spiegato con un video come saltare la corda come tentò, invano, di farlo con Hristo Stoichkov quando allenava il Barcellona. 

Ci manchi Johan, tanti auguri!