Quale futuro per Simone Inzaghi?

Con il contratto che termina a Giugno, il futuro del tecnico biancoceleste è ancora ignoto.

Le trattative per il rinnovo erano cominciate in Autunno, dove mister Inzaghi pretendeva un riconoscimento importante per quanto fatto in Champions League e chiedeva un aumento del suo stipendio a 3 milioni l’anno e nuovi giocatori per il mercato di Gennaio.

Lotito dall’altro canto aveva rilanciato con un contratto da 2,5 milioni più bonus con scadenza al 2024 se la Lazio fosse tornata in Champions.

La voglia di Inzaghi di restare nella società che lo ha visto crescere e far passi da gigante non lo ha fermato dal dare una risposta negativa alla proposte al ribasso di Lotito, che punta sempre al massimo guadagno senza spendere molto.

Altro cruccio importante è  la cessione di giocatori di punta della rosa al quale l’allenatore non vorrebbe assolutamente rinunciare.

“Io penso a finire bene questa stagione, secondo me abbiamo fatto un’ottima stagione, siamo tornati negli ottavi di Champions dopo 20 anni, siamo ancora tra le prime sei. Dobbiamo guardare avanti. Poi ci troveremo col presidente e il direttore con molta serenità”.

Con la sconfitta di Firenze, che ha visto sfumare il sogno Champions, e quella poi all’Olimpico contro la Roma,  Lotito si è preso del tempo per valutare insieme al DS Igli Tare di sciogliere in primis il nodo allenatore e poi pianificare il futuro dei propri giocatori e quale strategia usare sul mercato.

“Non lo so, come ho detto prima non abbiamo ancora pianificato e parlato perché c’era concentrazione sul campionato. Sul futuro non si è ancora parlato né per me né per i calciatori, poi ne parleremo con grandissima convinzione per capire il da farsi. Sapevamo che il nostro obiettivo era rimanere in Champions, ma ci sono state quattro squadre che sono state più forti di noi. Comunque ce la siamo giocata fino alla fine”.

Da quanto capito fino ad ora la soluzione pare tutt’altro che vicina ma le due parti si risentiranno e si riaggiorneranno a fine campionato.

Cinque motivi per i quali Inzaghi deve rimanere sulla panchina della Lazio

Con una carriera dedicata in gran parte alla Lazio che lo ha visto approdare come calciatore nel 1999  e raggiunto grandi successi come tre coppe Italia, due Supercoppe Italiane, una Supercoppa UEFA, Simone Inzaghi rappresenta a furor di popolo la lazialità.

Nel 2010 appende gli scarpini al chiodo e veste i panni da allenatore nelle giovanili raggiungendo obiettivi anche lì, ma è nel 2016 che arriva la vera svolta, quando siede sulla panchina della prima squadra come sostituto temporaneo di Pioli appena esonerato.

Il rifiuto di Bielsa che rinuncia ad allenare la Lazio dopo solo una settimana, permette a Inzaghi, già in viaggio verso Salerno dove avrebbe dovuto allenare la squadra campana, a fare retromarcia e a scrivere altri capitoli di questa lunga storia d’amore. 

Simone Inzaghi: una storia d’amore a tinte biancocelesti

I successi ottenuti in questi anni da allenatore che ricordiamo per i più smemorati annoverano una Coppa Italia e due  Supercoppe Italiane e il tanto agognato ritorno in  Champions League dopo 13 anni e il raggiungimento degli ottavi dopo 20 dovrebbero parlare da soli.

Invece non è così.

Un uomo, diventato una bandiera a Formello, si ritrova oggi a elemosinare un riconoscimento che dovrebbe ottenere di diritto.

Nonostante la società non abbia mai nascosto la stima per il proprio allenatore, nei sogni di Lotito c’è Massimiliano Allegri, ritenuto un tecnico vincente, mentre avanza in questi giorni l’ombra di Gennaro Gattuso.

Si parla anche poi di un possibile ritorno di due ex come Sinisa Mihajlovic e Sergio Conceicao.

Nel frattempo, mentre in casa Lazio si decide sul da farsi, il mondo del calcio non si è fermato e non ha perso tempo mettendo gli occhi su Simone Inzaghi, riconosciuto da molti come un grande trascinatore.

Il mister è richiesto non solo dalla Serie A ma anche all’estero. Un futuro in Premier non sembra essere al momento poi cosa tanto impossibile.

Che a influenzare le scelte e far venire i dubbi al patron biancoceleste non sia stato anche l’arrivo dello Special One Josè Mourinho  sulla panchina della Roma?

Tutto ora sta in mano al presidente Lotito e a Tare: farsi sfuggire un gioiellino che hanno coltivato e fatto crescere fra le mura amiche  o puntare su qualcosa di nuovo?

In entrambi i casi – gli ricordiamo – dovrà mettere mano al portafogli.

 

Federica Batazzi