Per il tecnico partenopeo arrivano le cento presenze con il Napoli: ripercorriamo la sua “scalata al potere” con i partenopei dalle perplessità iniziali alla centesima panchina

Chi l’avrebbe mai detto, nel 2015, che Maurizio Sarri avrebbe portato il Napoli talmente in alto da poter competere per lo scudetto?

Aveva esordito con la sconfitta contro il Sassuolo.
Erano state subito critiche. Dopotutto, il pubblico partenopeo è difficile da conquistare, ma Maurizio Sarri è un allenatore che si è fatto le ossa iniziando dal calcio dilettantistico e non si è lasciato spaventare dalle prime difficoltà. Anzi.

Inizia così la costruzione di un Napoli nuovo con un’identità  bendefinita, un gioco divertente ed efficace che cresce gara dopo gara, e il merito è in gran parte del suo allenatore: il geometra, l’ uomo dai mille schemi, il maestro delle triangolazioni.
Contro la Lazio festeggerà ben 100 presenze in panchina con il Napoli, 100 presenze tra vittorie e sconfitte, goleade, eliminazioni, pareggi e tante, tante emozioni.

Eppure il futuro di Sarri in azzurro è ancora incerto: questa infatti potrebbe anche essere l’ultima stagione del tecnico sulla panchina partenopea, in azzurro.

Tantissime voci lo vorrebbero vicino al Chelsea, al Real Madrid o al PSG.

I discorsi tra lui e De Laurentiis oggi non sono ancora conclusi, ma solo rimandati: Sarri vuole concentrarsi sull’importante sfida con la Lazio e sulla partita di giovedì contro i tedeschi del Lipsia per continuare la corsa per il campionato e per l’Europa League.

Federica Vitali