Javier Mascherano, da centrocampista protagonista del Barcellona ad allenatore dell’Argentina U20: la nuova vita dell’ex calciatore.

Javier Mascherano, nato e cresciuto nelle giovanili del River Plate, è il classico esempio di chi fin da bambino ci ha creduto. E alla fine ce l’ha fatta. Fatta davvero. Seguendo le regole e il proprio sogno, Mascherano è arrivato infatti a conquistare prima la Premier League, dove ha vestito le maglie di West Ham e Liverpool, e poi della Liga spagnola, dove è stato assoluto protagonista tra le file del Barcellona.

Grazie a ciò che di buono ha dimostrato di saper compiere in campo, il giocatore ha conquistato anche la chiamata in nazionale. L’Argentina ha fatto spesso affidamento su di lui, a partire dal momento in cui l’ha convocato con l’U20 e fino a quando l’ha poi voluto nella prima divisione.

Il palmares invidiabile che l’ha portato ad essere scelto dall’Argentina U20 come suo allenatore.

La carriera di Mascherano come giocatore farebbe (e ha fatto) davvero invidia a chiunque. Il suo palmares sembra non avere quasi fine. In 17 anni di attività calcistica, l’argentino ha infatti conquistato: con il Barcellona cinque volte la Coppa spagnola, una Supercoppa Uefa, cinque Coppe della Liga ed è stato due volte campione d’Europa per club e tre volte campione del mondo per club.

Ma non è finita qui, perché è stato anche campione del Sudamerica con la Nazionale Argentina U20 e due volte oro olimpico con la prima divisione, con cui ha inoltre partecipato ai Mondiali ben tre volte.

Per tutti questi motivi, oltre che per il suo rigore e per le sue doti calcistiche indiscutibili, Mascherano è stato scelto proprio dall’U20 della seleccion albiceleste come guida per i ragazzi che sognano di diventare qualcuno in questo mondo. Dimostrando di avere ampie possibilità di poter ottenere grande successo nel mondo del calcio contemporaneo.

I modelli a cui Mascherano si ispira, non tralasciando mai regole ben precise per la sua baby Argentina: la sua vuole essere prima di tutto una palestra di vita.

Mascherano si è perciò dimostrato, nel corso della sua lunga e ricca carriera, un modello da imitare e un esempio di lealtà. Una colonna portante nello spogliatoio e, al tempo stesso, il giocatore su cui poter fare affidamento.

Caratteristiche, queste, che l’argentino ha sempre portato con sé nel proprio bagaglio di vita. E che ora sta cercando di infondere in quei ragazzi dell’U20 che gli sono stati affidati. Ispirandosi a Luis Enrique e, in fin dei conti, anche a Guardiola (modello a detta sua inarrivabile), Mascherano sta cercando di seguire i suoi baby campioni non solo sul campo di gioco, ma anche e soprattutto nella vita vera. Quella reale che ognuno di noi è chiamato a vivere ogni giorno.

E allora sono nate da qui alcune regole ben precise che il suo gruppo è chiamato a seguire: imparare l’inglese, leggere libri in aeroporto, pulire le loro scarpe, non farsi servire da mangiare, ma prendere il cibo da soli. E ancora: rimettere i piatti a posto dopo aver mangiato, lasciare gli spogliatoi puliti e partecipare ai corsi di comunicazione.

Perché il calcio è si un gioco ma è anche vita, una vita che comprende tanto altro. Soprattutto educazione, amor proprio e per gli altri, rispetto e cultura. Ad alcuni queste regole hanno forse strappato un sorriso. Ad altri saranno apparse strane. Eppure nel mondo e nel calcio di oggi ci sarebbe forse bisogno di ritrovare più esempi di questo genere. Più Mascherano per ridare la giusta importanza alla sportività. Sportività vera.

Alessia Gentile