Rolando Mandragora grazie  alla  sua
seconda rete in serie  A, arrivata  contro l’Atalanta, ha regalato un punto al Crotone e ha confermato di fiutare il gol quando scende in campo all’Ezio Scida.

A soli diciassette anni ha esordito nella massima serie con la maglia della squadra con la quale è cresciuto calcisticamente, il Genoa, contro il club con il quale potrà diventare grande, la Juventus. I bianconeri, infatti, ne hanno acquistato il cartellino nella sessione invernale di calciomercato del 2016 dalla società genoana, decidendo di farlo proseguire nel percorso intrapreso con il Pescara fino al termine di quella stagione.
Il suo volo con i campioni d’Italia non è  decollato subito ma ha subito   un ritardo dovuto a una operazione, la seconda,  al piede destro che lo ha fatto rientrare ad allenarsi soltanto nel gennaio 2017 e, nell’aprile dello stesso anno, è arrivato il debutto allo Stadium. Il destino sa essere beffardo e così,  come tre anni prima, la partita in questione da disputare è stata, ancora una volta, Juventus -Genoa soltanto che stavolta la divisa di Rolando non era  più rossoblu ma bianconera.
Quei  colori che indossava da ragazzino, però, continuano a far parte di Mandragora che è tornato a vestirli rappresentando  però, un’altra fede, quella Crotonese.

Con la squadra calabrese ha realizzato, davanti al proprio pubblico, in casa, le prime due reti della sua carriera nella massima competizione italiana. Emozioni forti, quanto portare al braccio la fascia di capitano della nazionale under 20, dimostrazione di come nonostante la giovane età e le valigie trasportate con lui di città in città ha forza e determinazione da vendere.

Il proprio esordio con la Juventus lo ha fatto subentrando al principino Marchisio, un esempio per chi come lui detta i  tempi a centrocampo. Un cambio, forse da interpretare metaforicamente, come   un battesimo sportivo per   il suo futuro: un futuro che ad oggi è un presente, vissuto con il Crotone.  A proposito di tempi, adesso, Mandragora tocca a te

Chiara  Vernini