Il ritorno di Alessandro Del Piero allo Juventus – pardon, Allianz – Stadium è uno di quegli eventi così tanto inaspettati che quando la notizia scorre sui social pensi a un fake.

Sei lì, e ti stropicci gli occhi pensando di aver letto male, che da qualche parte è stato commesso un errore.

Almeno così è stato per me.

La lontananza di Alex da Torino, dallo stadio della Juventus, da casa sua, è stata argomento ricorrente nelle discussioni di noi tifosi bianconeri.

Argomento affrontato con dolore, con rabbia, con malcelato dispetto. Con rassegnazione, infine, che tuttavia torna a infiammarsi ogni volta che qualche ex si riaffaccia, e non è l’Eterno Capitano.

E negli anni – sì, anni – che scorrono proprio non riesci a trovare un motivo, anche il più irrisorio, per cui Del Piero, che È la Juventus, non faccia ritorno in quello stesso impianto che lo salutò tra fiumi di lacrime, nel maggio del 2012.

Sono passati 10 anni. 

Dieci anni in cui ogni giorno, ogni minuto l’ assenza si è fatta più presente, più densa, più viva. Dieci anni scorsi come un lampo in cui alla Juventus sono accadute tante – forse troppe – cose.

Mentre qualche giorno fa ne discutevo con un cordiale collega, tutto sembrava inesorabilmente distante, ancora così improbabile, se non impossibile, mentre Alex Del Piero, la Juventus, abbracciava Luka Modric al Santiago Bernabeu.

 

E improvvisamente, a poco meno di un’ora dall’inizio di Juventus-Bologna, la notizia. Mentre mi stropiccio gli occhi.

Con il cuore che ha preso il numero dei giri della Rossa di Charles Leclerc, guardo il suo ingresso nella tribuna dirigenziale, mentre sui social sta scoppiando il delirio e sono, più o meno, tutti nel mio stesso stato d’animo.

Alex alza le braccia in saluto nello stesso, identico modo di quel giorno di maggio, e quasi penso l’abbia fatto apposta.

Intanto che i ricordi di una vita mi assalgono – ci assalgono – mi rendo contro che le due immagini, i due saluti, si sovrappongono nella mia testa. Dieci anni, cancellati in un nulla.

Lui è composto, come sempre; sorride a metà, come è suo solito fare, il suo marchio di fabbrica perché Alessandro Del Piero è così: concreto, essenziale, senza fronzoli. Ha sempre costruito in silenzio.

 

In silenzio se n’è andato, in silenzio è tornato.

Dopo 10 anni. Un numero a caso, dice un mio caro amico.

Siamo noi, le nostre emozioni, a fare rumore. E come potrebbe essere diversamente?

Bentornato a casa Capitano. Sei tu il Man of the Day di questa giornata di campionato.

Ma facciamo pure degli ultimi 10 anni. 

 

Daniela Russo