Il sipario è pronto a calare sul palcoscenico della Serie A, mentre le società calcistiche sono pronte a tirare le somme di ciò che si è fatto durante l’anno, magari inquadrando promesse mantenute o azzardi rischiosi. 

Sta per concludersi la prima stagione da tecnico del Napoli per Luciano Spalletti.

L’allenatore toscano, è pronto a riportare la squadra partenopea in Champions League dopo due anni di assenza, grazie al piazzamento al 3° posto dietro Inter e Milan. 

Una scommessa vinta, in parte, dal presidente azzurro Aurelio de Laurentiis, che data la piena fiducia all’allenatore, è all’opera per fornire alla squadra nuovi innesti o consolidare le basi portanti. 

Se si ripensa alla partenza sprint di inizio campionato, si rimane spaesati e inevitabilmente resta il rammarico scudetto.

Subito un’accelerazione, eguagliando le 8 vittorie consecutive della stagione 2017-2018 di Maurizio Sarri. 

Al tempo fu proprio Luciano Spalletti a fermare il Napoli dei record, quando era il tecnico dell’Inter. 

A fermare la sua corsa azzurra ci pensò invece la Roma, sua ex squadra.  

Un filo rosso che sembra legarlo inesorabilmente al suo passato

Un filo, che poi, inoltre sembra separarlo da quel traguardo ambito che è la vittoria dello scudetto. 

Il cartello con su scritto “stop” apparso con le sconfitte casalinghe contro Atalanta, Empoli e Spezia, è finito per ingrandirsi inesorabilmente, complici anche i numerosi infortuni e il problema contagi. 

Dopo una lenta ripresa, ecco la stoccata finale con la il tris d’assi, Fiorentina, Roma e Empoli, in cui ha conquistato solo 1 punto.  

Un rimpianto enorme per la tifoseria azzurra, che una stagione ricca di passi falsi di Juventus, Milan e Inter, aveva visto la vittoria dello scudetto come un’impresa possibile e non come il solito miraggio. 

Preparazione fisica o cattiva gestione della rosa? 

Quel cambio di marcia che nasce spontaneo, per una squadra in lotta, non è stato mai azzardato dall’allenatore, e questo può essere un suo rimpianto.  

Che sia stata la pressione scudetto a rendere tutto più difficile? 

Possibile, visto che la squadra ormai consolidata al 3° posto e matematicamente in Champions, si sia mostrata più concentrata e senza fronzoli eccessivi. 

Un problema però resta e ci viene da chiederci spontaneamente:

Cosa accade alle squadre di Spalletti durante il girone di ritorno? 

Questa è una pura e semplice constatazione visto che in 10 stagioni complessive di Serie A, le sue squadre si siano sempre trovate in difficoltà, tranne in 3 volte in cui vi sono delle eccezioni. 

Una di queste eccezioni fu quella della stagione 2016-2017 (41-46) dove si classificò secondo battendo di un solo punto il Napoli di Sarri.

Una stagione da record, 87 punti che però non gli permise di vincere lo scudetto vinto poi dalle Juve per 91 punti. 

Un rimpianto, o meglio una maledizione che era già capitato, sempre sulla panchina della Roma, nella stagione 2007-2008. 

Quella stagione fu segnata dalla sconfitta contro l’Inter, che grazie a quella vittoria vinse il campionato. A separare le due squadre in classifica solo 3 punti, 82 a 85 punti. 

Collante di tutte le sue esperienze in panchina è sempre quella partenza forte che poi si va, via via, sgretolandosi a metà percorso. 

Nella sua prima esperienza all’Inter, nella stagione 2017-2018, fino a dicembre era stato imbattuto per poi imbattersi, come un ciclone, contro 8 risultati negativi composti poi da 5 pareggi di fila.  

La stagione seguente, non fu delle migliori sempre durante il periodo invernale. 1 punto a gennaio proseguendo poi a febbraio con 3 sconfitte di fila, un pareggio e una sconfitta, arricchite da una sola vittoria. 

Insomma, sembra proprio che per vincere lo scudetto, il campionato dovrebbe escludere i mesi freddi, un po’ come accade nel campionato russo. Campionato che Luciano Spalletti conosce bene, visto i due campionati vinti contro lo Zenit San Pietroburgo. 

Per la prossima stagione azzurra, in attesa di ciò che riserverà il calciomercato estivo, la tifoseria azzurra si augura un’inversione di marcia. 

Partire da una marcia più bassa, per poi riservare alla seconda metà del campionato, una ripartenza sprint per tenere la squadra sempre ai massimi livelli della classifica. 

 

Rosaria Picale