Lorenzo Lucca, il nuovo talento emergente d’Italia 

È stato un viaggio sulle montagne russe quello di Lorenzo Lucca, uno dei giovani più chiacchierati d’Italia.

Un bagaglio pieno di sogni e aspettative: quando il Torino lo ha tesserato in Primavera probabilmente non ci poteva credere.

Un anno di prestito al Brescia in Primavera 2a con 16 gol in 18 presenze, di certo un buon bottino per chi ha fame di affermazione.

Le cose, purtroppo, non sono andate subito come quel ragazzo del 2000 (originario di Moncalieri) si aspettava, e il ritorno alla base non è stato dei più felici: solo 2 gol e 8 presenze, così la decisione di risolvere con il club granata già da gennaio.

Momentaneamente senza squadra ma non senza voglia di ripartire e con tanto coraggio, esattamente quello che lo porta a spostarsi dal Piemonte alla Sicilia.

1587 km di distanza per ripartire e iniziare una nuova scalata con il Palermo, appena finito in Serie D a seguito del fallimento.

La sua prima vera stagione in rosanero, complice la pandemia, inizia solo l’anno successivo in Serie C, conclusa con 17 gol in 23 presenze e lo sguardo di club di A e B puntati su di lui.

A portare a casa “la partita” è il Pisa, che si è assicurata fino al 2026 le prestazioni del gigante buono (201 cm).

Valigia chiusa e un saluto a quella Palermo che gli rimarrà sempre nel cuore, avendogli dato una chance quando nessun altro era disposto a farlo e avendolo rilanciato nel calcio professionistico, tanto che adesso in Serie B sta stupendo tutti e attirando l’attenzione anche di qualche nobile della Serie A, come la Juventus (che non tifa, ma sceglie spesso alla PlayStation) o la Fiorentina.

L’inizio è col botto: sei gol, un assist, convocazione in Nazionale Under 21 con tanto di rete e parole di elogio di Roberto Mancini, ma Lorenzo sa che deve rimanere con i piedi per terra.

“Non leggo mai i giornali, guardo le figure. Non avevo letto neanche le parole di Mancini, una sera mi ha chiamato il mio procuratore, Imborgia, dicendomi di non leggere queste ca…e perché non sono vere. Voleva dire che il ct mi tiene d’occhio, ma per ora non mi avrebbe convocato in Nazionale maggiore. Tradotto: pensa a lavorare, non fare il fenomeno. Ma con me non c’è questo pericolo.”

Adesso sa bene come deve comportarsi. A Torino, come lui stesso afferma, forse ci era arrivato troppo presto e in questo mondo, si sa, è facile bruciarsi.

Quando però la vita ti butta giù, devi rialzarti e imparare qualcosa di nuovo, di diverso: “Giocare in quei campionati mi ha aiutato e permesso in seguito di arrivare fra i professionisti, ho cercato di dare sempre il massimo e di migliorarmi, ho cercato di prendere spunto dai giocatori più esperti”.

Calcisticamente parlando non è solo il classico ariete tutto centimetri e strapotenza fisica.
Ha una buona tecnica e negli anni in Serie C ha abituato a segnare in tanti modi diversi, compresi rigori e punizioni.

Il modello a cui si ispira? Non potrebbe essere nessun altro se non, ovviamente, un altro gigante di nome Zlatan Ibrahimovic.

Adesso l’obiettivo per Lorenzo Lucca è quello di consacrarsi in B per poi tentare la scalata, affermarsi nella massima serie e, chi lo sa, magari ottenere per davvero quella famosa convocazione in Nazionale maggiore di cui ha parlato il ct.

L’estate probabilmente regalerà sorprese in questo senso.

La certezza, però, è che la testa deve rimanere sempre sulle spalle e i piedi ben ancorati a terra, o meglio, sul campo di calcio. Perché i treni in questo mondo passano poco, le chance sono limitate, le proprie carte vanno giocate nel modo migliore.

E quel ragazzo di 201 cm che sta illuminando Pisa, oggi, lo sa molto bene.

 

Lidia Ludovisi