Il Barcellona deve aver dato la carica ormai a tutte le squadre che in Champions si trovano a dover rimontare la partita d’andata. E lo stesso vale per il Porto, che martedì sera scende in campo allo Stadium per la gara di ritorno contro la Juventus degli ottavi di finale. Certo, vincere e passare il turno contro una squadra che in Europa 36 volte su 36 ha passato il turno dopo aver vinto l’andata in trasferta non è proprio semplice, ma le statistiche nel calcio sono fatte per essere smentite e i ragazzi di Luis Enrique ne sono un esempio.

Ma i bianconeri non vogliono di certo fare la fine del Paris Saint Germain e Allegri quella di Emery. Per cui non ci sono polemiche, spogliatoi distrutti, classifiche di Serie A: la Juve vuole e deve centrare l’obiettivo quarti di finali per continuare quella corsa verso Cardiff.

A Oporto tre settimane fa finì 2-0 per i bianconeri con le reti delle “riserve” Pjaca e Dani Alves che domani partiranno ancora dalla panchina.

Allegri conferma il 4-2-3-1 visto contro il Milan ma cambierà qualche pedina. Si rivedono dal primo minuto Cuadrado e Mandzukic, mentre in difesa certo del suo posto è per ora solo Bonucci che all’andata fu costretto ad uno sgabello in tribuna per motivi disciplinari. Accanto a lui dovrebbe esserci Barzagli ed uno tra Chiellini (se dovesse riprendersi al 100%), Benatia e Rugani. A centrocampo scalpita Marchisio, ma dovrebbe essere ancora il momento di Pjanic e Khedira.
Davanti, i due argentini hanno fame di gol, anzi eurogol. Dybala, infatti, ha segnato ancora solo una volta in Champions (a Zagabria contro la Dinamo nella fase a gironi) e mai allo Stadium; mentre Higuain non segna in una fase di eliminazione diretta dal 2013.

La Juventus potrebbe anche non aver bisogno dei gol dei suoi attaccanti, perché per passare basta anche un pareggio o una sconfitta per 1-0. Ma se il Barcellona, anzi il Paris Saint Germain, ci ha insegnato qualcosa è che nel calcio non esiste la parola “impossibile”.

Paola Moro