Altafini si racconta! Il suo Juve – Napoli e quel gol del 6 aprile 1975 a Torino che gli valse un campionato e l’astio di un popolo. Testimone passato a Higuain, da ‘Core ngrato a ‘Core ngrato

Juve-Napoli, Torino, giornata di aprile, pochi punti di distacco, poche giornate al termine della stagione, in palio una grossa fetta di scudetto, in campo un grande ex.
Sembra un déjà-vu.

Era la stagione 1974-75, per l’esattezza il 6 aprile 1975, al Comunale di Torino si giocava la partita scudetto tra Juve e Napoli. “Mancavano cinque giornate, alla fine del campionato, la Juve era a più due sul Napoli” ci racconta Josè Altafini che in quella gara fu uno dei protagonisti, non solo in quanto ex.

Eravamo 1-1, segnarono Causio e Juliano, Zoff fece una parata sensazionale e il tempo passava, io ero in panchina e scalpitavo…Mancavano 20′ e chiesi a Parola di farmi entrare ma niente, il Napoli spingeva e temevo di perdere, allora chiesi al medico di convincere il mister ma ancora niente…“. A cinque minuti dalla fine, l’ex Napoli, si prese l’onere di ‘imporre’ il suo ingresso in campo “dissi al Mister:’manca poco, fammi entrare, mi prendo io la responsabilità”  e così fu … entrò in campo accompagnato dai fischi dei ventimila napoletani presenti “…quando arrivai a Napoli rimasi colpito dal pubblico che applaudiva sempre gli ex quando venivano al San Paolo, con me non è stato così…in quella gara in campo c’erano altri ex ma ricordo che appena misi piede in campo partirono i fischi…

… e non aveva ancora segnato…

di piatto piazzò il 2 a 1 per la Juve “con quel gol, per Napoli sono diventato Core ‘ngrato“: appellativo che oggi è ‘passato di testimone’ a Higuain.

A riguardo Josè precisa “Da Napoli non me ne sono voluto andare, me l’hanno lasciato fare. Higuain è stato venduto, io avevo il contratto in scadenza, mancavano pochi mesi e nessuno in Società mi ha contattato per discuterne. Mi cercavano tanti club, la Fiorentina, poi la Roma ma rifiutai entrambe le squadre, mi contattò la Sampdoria poi la Juventus e scelsi di andare a Torino perchè volevo giocare la Coppa dei Campioni. Il Napoli non mi ha trattenuto!“.

Dalla nostra chiacchierata si comprende il rammarico di un professionista che comunque è legato a una città e a una maglia di cui conserva ricordi:A Napoli mi ci sono voluti tre/quattro mesi per abituarmi alla città che poi ho amato: I napoletani sono un bellissimo popolo che vive tutto, e il calcio, come una festa. Al Napoli sono legati tanti bei ricordi, l’entusiasmo del popolo è indimenticabile: con Vinicio abbiamo portato 80.000 persone allo stadio!“.

Juve-Napoli in contrapposizione in tutto, da una parte il calore e l’entusiasmo, dall’altra una città più fredda ma a suo dire “ideale per un calciatore” e ricordi legati soprattutto alle vittorie e ai trofei “con la Juve ho vinto due campionati e la soddisfazione che ero decisivo anche se non giocavo titolare“.

Il calcio è molto cambiato ma,  nonostante siano trascorsi decenni, Juve e Napoli sono nuovamente in duello per il titolo di Campione d’Italia. Oggi come allora, torna la sfida scudetto: sentita, combattuta, decisiva.

Ma c’è qualche affinità tra le squadre in cui ha militato e quelle di oggi? La mia Juve era più forte di quella attuale“. E’ categorico Josè nell’affermarlo e anche un po’ nostalgico mentre elenca i compagni che componevano la rosa bianconera: Zoff, Bettega, Scirea, Cuccureddu, Gentile, Tardelli, ecc, ma sottolinea come lo ‘stile Juve‘ sia endemico, ieri come oggi “si tramanda ai giocatori voglia di vincere, grinta e si trasmette serietà e professionismo.Il Napoli è forte ma gli manca questa mentalità“.

Nell’immagine del 09 aprile 1974 Jose’ Altafini con la felpa della Juventus.
ANSA ARCHIVIO

Higuan, Mandzukic, Dybala  da una parte, Insigne, Mertens, Milik dall’altra: tra questi c’è il nuovo Altafini per similitudini di gioco e per incisività? Josè non si azzarda a fare paragoni ma sottolinea la bella stagione di Insigne e quella sottotono di Dybala che, per questo, potrebbe essere il grande escluso del big match: “l’allenatore vede i giocatori durante la settimana e se sceglierà di non schierarlo avrà le sue ragioni…“.

Le due squadre si equivalgono” quindi il pronostico è molto difficile “da una parte ci sono campioni e attitudine a vincere” dall’altra una squadra che, ci dice “è più forte del Napoli di Maradona“.
Ma allora, se guardassimo all’andamento di tutta la stagione chi meriterebbe di conquistare il titolo?Se le due squadre sono a pochi punti di distanza e in un testa a testa significa che sono entrambe meritevoli. Per ragioni diverse entrambe lo meriterebbero ma alla fine deciderà il campo: Il verdetto ci dirà la più forte e chi se lo sarà meritato!“.

Parola di Josè!

Caterina Autiero