Quando si decide di cambiare, si cambia, in tutto e per tutto. E il Milan vuole cambiare. Dopo l’accordo per la vendita del club ai cinesi, si pensa alla società, che verrà rinnovata. Via Galliani, un altro pezzo di Milan se ne va: Mauro Tassotti. Arrivato dalla Lazio nel 1980, decide di separarsi dal Milan dopo trentasei anni.

Il suo contratto scade il 30 giugno 2017 ma le parti hanno firmato la rescissione consensuale. Tassotti raggiungerà il suo amico Sheva alla guida della Nazionale Ucraina.

La società di Via Aldo Rossi ha voluto omaggiare un uomo che rappresenta una bandiera del Milan. Sul sito ufficiale è apparsa la lettera a lui dedicata:

“Noi del Milan e il Tasso siamo diventati grandi insieme, dai primi passi alla partita del secolo con la Champions League del 18 Maggio 1994 alzata da Capitano nel cielo ateniese dopo uno storico successo sul Barcellona del profeta del gol Johann Cruyff. Tasso, tutto un altro passo. Non era un coro nato dall’oggi al domani, ma l’omaggio ad un signore del calcio. In quel lontano 1980 uno dopo l’altro tutti intensi e tutti preziosi, avrebbero dovuto arrivare insieme al Milan: Bruno Giordano e Mauro Tassotti. Normali vicissitudini di mercato e alla fine è invece solo il giovane laziale che raggiunge Milanello: capigliatura larga e piedi da affinare, ci penserà il Barone Liedholm, uno dei primi protagonisti della leggenda del Tasso. Mauro e il Milan, il Milan e Mauro. Non una storia sul velluto, i successi e la gloria non sono arrivati subito e con la bacchetta magica. Prima il pane duro della Serie B e dei primi anni ’80 dove ad ogni campionato la squadra rossonera era a rischio sopravvivenza. Il Tasso però è stato uno di quelli che hanno saputo tenere duro, che si sono meritati l’era di Silvio Berlusconi. Dal 2009 ad oggi, anno della ripartenza del Settore Giovanile del Milan, la cantera rossonera non ha tenuto a battesimo solo giocatori per il Milan e per l’intera Serie A italiana. Tra il Vismara e Milanello, sono nate importanti esperienze tecniche e tattiche. Come quella di Andrea Maldera che, entrato nello Staff con Leonardo allenatore della Prima squadra, ha saputo migliorare il data base rossonero. Studio degli avversari, movimenti tattici, stretto rapporto con i vari allenatori succedutisi in panchina fino al 2015, prima del ritorno all’amata Primavera. Andrea Maldera, figlio del Grande Gino campione del Mondo nel 1969 e nipote del grande Aldo campione d’Italia con il Milan nel 1979, ha attualizzato la Storia, trasformandola in freschezza e futuro. Buona fortuna!”

Dopo una vita in rossonero adesso è il momento di navigare per nuovi lidi e nuove avventure.

  Barbara Roviello Ghiringhelli