Una serata complicata, difficile da sopportare per chi non avrebbe mai voluto dire addio a un giocatore come Dybala. Almeno non così presto. Almeno non nel modo in cui tutto si è svolto.

Un match malinconico. Un match che la Joya l’ha dovuta per forza di cose metterla a tratti da parte. Perché gli addii non sono mai semplici da dover accettare, affrontare, gestire. Ma che, nel momenti in avvengono in un modo che, probabilmente, si sarebbe potuto gestire diversamente, fanno ancora più male.

La Juventus degli ultimi sette anni è dipesa anche e soprattutto dalla qualità, dalle perle nate da un piede mancino sontuoso e dagli eurogol di Paulo Dybala. Quel picciriddu arrivato da Palermo nel 2015. Con il viso da bambino ma con la voglia di ribaltare il mondo calcistico per dimostrare le sue enormi capacità.

È difficile trovare le parole giuste per salutarvi. Ci sono di mezzo tanti anni e tante emozioni, tutte assieme… Pensavo che saremmo stati insieme ancora più anni, ma il destino ci mette su strade diverse. Non dimenticherò mai tutto ciò che mi avete fatto vivere, ogni partita, ogni gol“, ha scritto lo stesso Dybala sul proprio profilo ufficiale Instagram nel momento di dover giungere ai saluti per chi l’ha osannato, sostenuto. Per chi ha gioito e pianto con lui.

Tanti anni insieme, passati attraverso la conquista della maglia numero 10 sulle spalle e della fascia da Capitano al braccio, con gioie e dolori, passioni e sofferenze, che resteranno scolpiti nel cuore di molti. Sicuramente, nel cuore di tutti quei bianconeri che gli saranno eternamente grati.

All’Allianz Stadium di Torino, quindi, nella serata di ieri e in occasione della gara giocata contro la Lazio, tutto è stato un’emozione unica. Fatta di lacrime e sorrisi (per l’addio anche di Giorgio Chiellini) e fatta di squadra. Di un gruppo vero.

I compagni bianconeri hanno così fatto letteralmente da scudo a Dybala, controbilanciando in un certo senso anche quell’apparente freddezza di una società con cui purtroppo qualcosa si è spezzato nel legame. Già diverso tempo fa.

Le lacrime di un giocatore che rimaranno scolpite nella mente di chi ha avuto l’opportunità, dallo stadio così come da casa, di assistere a delle immagini che vanno al di là del mondo del calcio. Che entrano nel cuore dello sport.

Allo stesso modo, allora, sarà difficile dimenticare l’istantanea di uno stadio vuoto, da cui si percepisce il silenzio, e di un campo in cui sono rimasti solamente due giocatori. Seduti a terra, a sorridere e a parlare. Con un atteggiamento fraterno, di protezione, che il serbo ha dimostrato anche nel corso degli interi 90′ giocati poco prima di quel momento. A simboleggiare chi parte e chi resta. Il (quasi) ormai passato e il futuro prossimo.

Dusan Vlahovic e Paulo Dybala. Molto di più di due semplici compagni di squadra. Due Amici, nonostante i pochi mesi trascorsi insieme in un cammino che, tramite la Juventus, li ha fatti incontrare. Ma due Amici che sono rimasti insieme, sul prato verde che è anche una ragione di vita, per respirare quegli ultimi istanti di una serata di primavera, dal sapore d’estate ma simbolicamente da brividi.

Ci è bastato poco per capire che parlavamo le stessa lingua. Uno sguardo ed è stata subito Joya. Il calcio è questo, amici innamorati di un pallone che rincorrono lo stesso sogno. Di una cosa sono certo, ovunque ti porti il destino continuerai a splendere 💎. Grazie di tutto campione! In bocca al lupo per tutto, ti voglio bene!!! Mancherai“, poche semplici parole che sono bastate a Vlahovic per salutare una delle più importanti scoperte fatte in casa della Vecchia Signora. In bocca al lupo, allora, a Paulo Dybala. Per qualsiasi potrà essere la sua destinazione dopo il prossimo 30 giugno. Qualsiasi cosa il desino vorrà riservargli.

Alessia Gentile