Quando si parla di Roma, è logico che la mente ci riporti ai fasti dell’antica Roma, tra corse di cavalli e lotte dei gladiatori. Un simbolo, una storia ultramillenaria che collega ancora la capitale ai suoi antichi splendori…

Daniele de Rossi è ritornato a Roma come un moderno gladiatore, dopo aver lasciato un’incredibile impronta come giocatore giallorosso. Una storia, la sua, che l’ha sempre legato alla Roma, che ormai allena dal 16 gennaio.

Dopo le giovanili nell’Ostiamare, il giovane Daniele lega per sempre la sua vita a quella della Roma, prima in Primavera, dove il padre Alberto, è l’allenatore.

Da lì, poi è storia.

Debutto nella stagione 2001-02 e ultima partita nel 2019, diventando il secondo giocatore con più presenze nella storia del club, dopo Francesco Totti: 616 presenze e 63 reti in tutte le competizioni.

Due Coppe Italia (2007 e 2008) e una Supercoppa Italiana (2007), per lui che dopo il ritiro di Totti, diventa per i tifosi e i media “Capitan Futuro”.

Una storia di leadership e di dedizione in campo, sempre con l’unico e solo pensiero in testa: la Roma!

«Ho un solo rimpianto, quello di poter donare alla Roma una sola carriera.»

Questa sua frase può spiegare al meglio quella passione incommensurabile, che non può essere né capita né compresa da nessuno, se non lui.

E se una sola carriera l’ha interamente dedicata alla Roma, la sua carriera da allenatore l’ha riportato lì, lì dove tutto è iniziato.

Dopo un primo inizio nello staff tecnico della nazionale italiana, si dirige poi verso la carriera da allenatore, iniziato con la Spal nell’ottobre del 2022, in Serie B. Esonerato, però, a metà febbraio, dopo aver raccolto solo 3 vittorie in 17 partite. Una prima esperienza, negativa, che però non lo scoraggia.

Complice anche una situazione complessa della Roma con José Mourinho, viene chiamato a sostituirlo.

Da quando è ritornato nella Capitale, ha raccolto 6 vittorie e 1 pareggio in 8 partite, perdendo solo contro l’Inter all’Olimpico.

Una rivoluzione tutta nuova, notata dagli stessi giocatori, soprattutto, a Trigoria, dove l’aria sembra essere cambiata.

“Per la Roma avrei firmato anche in bianco e me la giocherò fino alla morte per rimanere,”

Parole pronunciate durante la conferenza di presentazione, che non lasciano spazio ad equivoci: una scelta di cuore.

E scelte ponderate ma decisive che hanno ridato alla squadra uno spirito, una struttura e un feeling con il gol, mancato durante la gestione Mourinho.

Un cambio di panchina, anche tramite la sua forte personalità, che ha portato la Roma tra le prime cinque del campionato.

Dopo la vittoria con il Torino, si è espresso così:

“Sicuramente non mi dispiacciono queste vittorie, non è facile vincere contro nessuno in Serie A. Bisogna continuare a correre, siamo ancora indietro in classifica. Ma se posso dire, la cosa che più mi piace è l’atmosfera che vivo dentro lo spogliatoio, che vivo dentro Trigoria, la simbiosi che c’è tra di noi, la squadra, il mio staff, con Lina, i miei dirigenti, con Dan e Ryan, tutti e due, mi sento come se fossi qui da tantissimi anni”.

Dopo la vittoria e il passaggio agli ottavi di Europa League, una nuova sfida per la Roma di DDR: i quarti contro il Milan.

“Sono sicuro che nessuno sarà contento di affrontare la Roma ai quarti. E noi dovremo avere l’ambizione di giocare a viso aperto contro tutte le squadre che potranno capitarci.”

Viso aperto, paura di nessuno.

Un po’ di quella romanità, fatta e intrisa di passione, lealtà e fedeltà che sembra essere alla base del rapporto che lega capitan futuro alla Roma.

Sarà ancora “mister futuro?”

In soli 60 giorni, Daniele De Rossi ha trasformato la Roma, convincendo i Friedkin e i tifosi della sua capacità di guidare la squadra non solo con il cuore, ma anche con la mente.

Questo cambiamento ha permesso alla squadra di esprimere il proprio potenziale, e chissà se il contratto, che vede come data limite il 30 giugno 2024, non possa portare a un meritato prolungamento.

La decisione finale sui suoi destini è ancora incerta, ma una cosa è chiara: Daniele De Rossi ha già lasciato un’impronta indelebile sulla panchina della Roma, e tifosi possono sognare in grande con il loro gladiatore.

 

Rosaria Picale