Derby, cosa sarà successo 6 mesi dopo?
Singolare quanto il destino talvolta decida di essere bizzarro e punitivo, li avevamo lasciati con il volto rigato di lacrime e intriso di amarezza, un gol al novant(asettesimo) che sottraeva due punti, una qualificazione in Europa e il futuro (a Pioli soprattutto). Un pareggio che risuonava a mo di sconfitta con un’eco più forte del boato della sud, soprattutto perché quel gol di Zapata allo scadere sembrava quasi una sorta di risposta al gol di Perisic sullo scadere nel derby d’andata.
Tempo da allora sono cambiate tante, troppe cose, a partire dall’uomo seduto in panchina che, come detto e ridetto, è il valore aggiunto a questa Inter che non raggiungeva cifre così positive da tempo immemore per i più. Dopo l’1-0 in casa con il Genoa e il pareggio a Bologna, il match a Benevento non aveva rassicurato proprio tutti ma Spalletti sereno aveva difeso i suoi provando a rassicurare gli animi. 19 punti, secondo posto in classifica, miglior difesa con tre gol subiti ma nessuna vera grande prova, il derby lo sarebbe stato e lo è stato.
C’è chi, scettico, continua ad asserire il contrario, chi cerca ancora alibi che possano avallare i “Se” i “Ma”, chi si appella alla fortuna; noi ci appelliamo alle statistiche per fare chiarezza riguardo alcuni dati del match:
  1.  3 goal su 6 tiri in porta per gli uomini di Spalletti contro i 2 goal su 7 tiri in porta per quelli di Montella;
  2. L’Inter ha perso più palloni 130 rispetto ai 122 del Milan ma ne ha recuperati di più 57 vs 43
  3. Sebbene il possesso palla (nei 90 minuti) vede una predominanza rossonera 59%, con una sostanziale differenza percentuale nel secondo tempo (68,5% Milan vs 31,5% Inter) l’Inter si è dimostrata più cinica ed efficace considerando che, sebbene abbia avuto meno possesso, è rimasta in campo esattamente come nella prima parte di gioco segnando di più.
  4. Sui gol dell’Inter ci sono più meriti da attribuire ai giocatori nerazzurri che demeriti ai rossoneri, mentre quelli del Milan (il secondo particolarmente) nascono per degli errori degli uomini di Spalletti.
  5. Sfatiamo il mito del primo gol: C’è chi asserisce sia nato da un errore di Perisic e Gagliardini e, volendo, non troppo a torto ma più che un errore tecnico lo definirei ingenuità di entrambi i giocatori nerazzurri; diamo a Cesare quel che è di Cesare: più che un demerito ai due nerazzurri ci sarebbe da fare un plauso al numero 8 rossonero che giocando d’astuzia ha beffeggiato e spiazzato entrambi i giocatori avversari.
Da questo derby l’Inter ne esce, oltre che vittoriosa, fortificata soprattutto psicologicamente, consapevole di potenzialità e limiti, fermo restando dell’idea che ci sia ancora tanto da fare e da migliorare e che il derby, per quanto sia difficile da accantonare e per quanto gli entusiasmi siano ancora vividi, è ormai passato e la strada da percorrere è ancora lunga, passando a breve per una tappa difficile da superare e che darà segnali importanti. E’ da tempo di archiviare il derby, partenopei in agguato.
Egle Patanè