Una storia d’amore lunga dieci anni.
Tormentata, travagliata ma comunque forte.

Ignazio Abate saluta il suo Milan 

Arrivato da giovanissimo nel vivaio milanista, dopo tutta la trafila delle giovanili torna alla casa base e in prima squadra, nell’estate del 2009, dopo le esperienze con Napoli (in Serie C1), Piacenza, Modena, Empoli e Torino.

Torna a Milanello da ala ma l’allora tecnico Leonardo lo trasforma in terzino destro.

Il suo esordio da titolare, in un Milan-Bologna del settembre 2009, fu l’inizio di una lunga carriera coi colori rossoneri.

Da lì in poi 241 presenze e 3 gol in Serie A.

Una carriera di alti e bassi, momenti positivi e periodi bui; stagioni in cui ha fatto tanta panchina ed è stato vittima di infortuni ma Abate, col suo amore per i colori, si è trasformato in uno dei leader della squadra (indossando in qualche circostanza anche la fascia di capitano).

Non troppo amato dalla piazza a causa di qualche amnesia difensiva di troppo; non uno dei migliori calciatori della storia rossonera ma ha incarnato lo spirito rossonero indossando con dignità, orgoglio e passione la maglia rossonera.

Non un fuoriclasse ma un professionista esemplare e, soprattutto, un milanista vero.

Avrebbe voluto chiudere la carriera con la maglia che ha scelto e onorato ma il calcio non fa solo i conti con il cuore e così, si è giunti ai titoli di coda.

Sarà la sua ultima da titolare a San Siro e per scadenza di contratto lascerà il club a fine stagione decidendo se continuare a giocare altrove o appendere gli scarpini al chiodo.

Saranno 90′ col magone in cui il Diavolo saluterà l’ultimo superstite dell’ultimo scudetto ma soprattutto un vero uomo dal cuore rossonero.