La Lazio torna a qualificarsi agli ottavi di Champions League dopo un’assenza lunga vent’anni. Da Inzaghi a Inzaghi, vent’anni dopo.

Un pareggio sofferto, una gara al cardiopalma culminato con una traversa al 93′ che ha rischiato di mandare in frantumi il sogno biancoceleste. Un Club Brugge determinato, seppure in inferiorità numerica, tiene in scacco gli uomini di Inzaghi per 15 interminabili minuti. Apre le marcature Correa, al 12′ del primo tempo; il pareggio del Bruges arriva appena 3 minuti dopo a firma di Vormer.

Ciro Immobile – ancora lui – si procura e segna il rigore del vantaggio biancoceleste, arrivando a conquistare il record di miglior realizzatore biancoceleste, segnando nella nona gara ufficiale consecutiva e superando il precedente record di Fulvio Bernardini (datato 1923 ndr.). Una serie di falli – sempre su Lazzari, tra l’altro – costringono l’arbitro a espellere Sobol sul finale del primo tempo. Nel frattempo, il Borussia è in svantaggio contro lo Zenit e per la Lazio si concretizza il passaggio da primi del girone.

Cambia tutto nel secondo tempo: fuori Immobile, Luis Alberto e Hoedt. il Bruges compie quasi un’impresa prima agguantando il pareggio con Vanaken e poi colpendo miracolosamente una traversa al 93′. Il pareggio bastava, il pareggio è arrivato. Per i deboli di cuore è stata una serata fortemente a rischio ma come spesso accade –  quando si parla di Lazio – nulla è mai scontato.

 

Qualificati agli ottavi in un girone difficile ed equilibrato, un traguardo raggiunto con le unghie e con i denti da una formazione falcidiata dagli infortuni e dalle assenze per Covid. Imbattuti. L’unica squadra italiana in Champions a non aver perso neppure una partita, nonostante tutto. La forza del gruppo Lazio è qualcosa di tremendamente romantico. Da Inzaghi a Inzaghi, vent’anni dopo. Solo lui poteva riportare la Lazio dove merita di stare, tra le grandi d’Europa.

Micaela Monterosso