Per ben tre volte tra i 50 candidati al Pallone d’Oro, nel 2000 si classifica quinto. Vincitore di tre Coppe Italia, quattro Supercoppe italiane, tre campionati italiani, una Coppa delle Coppe, tre Supercoppe UEFA, due UEFA Champions League, una Coppa del mondo per club FIFA, la Coppa del Mondo 2006 . Uno dei più forti difensori della storia del calcio mondiale. In una sola parola: Alessandro Nesta.

È il settembre 1984, siamo a Cinecittà. In radio, Purple Rain di Prince. Il signor Giuseppe, super tifoso laziale, accompagna in macchina il primogenito, Fernando, ad iscriversi alla scuola calcio. Nei sedili posteriori c’è Alessandro, il figlio minore, che fa i capricci. Anche lui vuole frequentare la stessa scuola calcio del fratello. Il padre alla fine cede, tira fuori altre 30 mila lire e iscrive tutte e due i figli. Il resto è storia. 

Nesta ha soli 8 anni ma mostra fin da subito le sue doti, tanto che Francesco Rocca, collaboratore della Roma, lo segnala al presidente giallorosso Dino Viola. La proposta del club capitolino è davvero allettante, ma papà Giuseppe non riesce a immaginare suo figlio con i colori giallorossi. Di sua iniziativa chiede alla Lazio di fare un provino al suo piccolo campione. Alessandro si presenta con altri 300 ragazzini al campo di San Basilio e passa il test. A 9 anni inizia la carriera in maglia biancoceleste. Gioca in vari ruoli, centrocampo, attacco, fino a trovare poi il suo posto in difesa.

Esordisce in Serie A pochi giorni prima del suo 18º compleanno. In panchina c’è Dino Zoff, che lo aggrega alla prima squadra. A 21 anni è già capitano. Un sogno per Alessandro, che con la Lazio vincerà i suoi primi trofei nazionali e internazionali, come la Supercoppa Europea strappata ai campioni d’Europa in carica del Manchester United. L’introverso ragazzo di Cinecittà, pian piano, si rivela essere uno dei migliori difensori centrali d’Europa.

 

Non lo fermano gli infortuni, neanche il più grave ai Mondiali di Francia ’98. La rottura dei legamenti lo tiene fuori per metà stagione, ma Nesta non si abbatte. Torna e vince, vince ancora con la sua maglia numero 13, fino a che non verranno a galla i problemi finanziari della società laziale. Alessandro, che sogna un futuro con i colori biancocelesti, è costretto ad andare al Milan. 

Colori diversi, ma stessa grinta, eleganza e tecnica di sempre. I rossoneri sborsano 31 milioni di euro per averlo e, l’allora ventiseienne Nesta, diventa il difensore italiano più pagato della storia del calcio. Con il Milan vincerà tutto ma formerà anche, insieme a Maldini, una delle difese più forti di tutti i tempi. Dopo l’esperienza rossonera, prima del ritiro definitivo, gioca in Canada e infine in India. 

Nel 2015 ha inizio la sua nuova vita, sempre sul terreno da gioco, ma dalla panchina. Diventa l’allenatore del Miami Fc ma, dopo due stagioni, decide di tornare in Italia, dove allena prima il Perugia e poi il Frosinone. In panchina, così come sul campo, sempre con la sua classe, umiltà ed eleganza. Un fuoriclasse silenzioso,  timido ma con la grinta di un leone. 

Alessandra Cangialosi