Sergio Ramos, capitano del Real Madrid e giocatore di personalità sicuramente forte, a tratti spiacevole…

Sergio Ramos, Real Madrid (Photo by Andrew Matthews – EMPICS/PA Images via Getty Images)

Ha fatto molto discutere la trattativa – che per il momento appare sfumata – tra i Blancos e Antonio Conte: dopo l’esonero di Lopetegui, sembrava che il mister italiano fosse già in direzione Madrid. E invece, ecco che la società annuncia come probabile sostituto Santiago Solari, per quanto anche quest’ultimo non sembra soddisfare appieno i palati dei Galacticos: infatti Solari resterà rigorosamente sotto esame nelle prossime partite.

Proprio Sergio Ramos, in conferenza stampa, aveva pronunciato parole solo apparentemente sibilline, ma in realtà chiaramente interpretabili in quanto dirette al tecnico pugliese:

                  “Il rispetto si guadagna, non si impone”

Come per dire, in termini meno sgarbati: qui nel nostro spogliatoio, senza il nostro consenso, nessuno viene a comandare.

Messaggio non scelto a caso per Conte, che è notoriamente un allenatore abituato al pugno di ferro nelle proprie squadre.

Non stupisce del tutto questo faro puntato su uno dei club più difficili in assoluto da gestire, e non ci stupiscono nemmeno i termini utilizzati da Ramos. Quello stesso giocatore – fortissimo, in termini tecnici – che non si fa alcuno scrupolo a ricorrere a simulazioni, gesti scorretti nei confronti degli avversari, che si permette di stare in panchina anche da squalificato… E la lista potrebbe continuare.

Solo per rinfrescare la memoria, torniamo indietro all’ ultima finale di Champions, in cui con grande sapienza e astuzia – ai limiti della legalità –  si è ‘liberato’ del suo peggiore avversario, Salah, e malgrado il clima creatosi tra loro due si è permesso di provocarlo ancora quando si sono rivisti all’ultimo evento UEFA.

L’impressione che il Capitano dei Blancos e della Roja conferisce al mondo del calcio è quella di uno sportivo che ama l’antisportività, sempre sul filo della scorrettezza, della ‘sottile linea rossa’ che separa ciò che è lecito da ciò che non lo è: quasi compiaciuto di tale aspetto, lo sdogana come un marchio di fabbrica, con ostentazione e – permettetemi – da vero ‘bastardo senza gloria’.

La cosa più irritante (per usare un eufemismo) è che lui appare sentirsi assolutamente in dovere di comportarsi in questo modo, quasi sicuro di essere intoccabile – o quasi. Per questi stessi motivi, in seguito al chiacchiericcio susseguito al ‘no’ a Conte, ha pubblicato questo post su Instagram:

            “Non è il momento di parlare, ma di fare”.

Che tradotto può essere: è il momento di darci una mossa. Ma, conoscendo il contesto – e conoscendo Ramos – sembra più un: smettetela di parlare di questioni che non vi riguardano.

Con questo Capitano come portavoce, non meraviglia la difficoltà degli allenatori a traghettare una panchina come quella del Real Madrid: e non meravigliano più, forse, le frecciate di Cristiano Ronaldo. Che di certo ha dovuto sgomitare lì in mezzo, e non poco.

 

Daniela Russo