Si è arreso dopo una lunga malattia. È morto agli Ospedali Civili di Brescia all’età di 78 anni l’ex presidente del Brescia, Gino Corioni. Avrebbe compiuto 79 anni a giugno. Nato a Castegnato il 9 giugno 1937, Corioni entra nel mondo del calcio negli anni sessanta come consigliere del Milan, arrivando anche vicino alla presidenza, alla fine dell’era Farina. Fu presidente dell’Ospitaletto, che ha portato fra i professionisti, per poi trasferire i giocatori migliori nel Bologna, con la quale ha conquistato la promozione in serie A e la qualificazione in Coppa Uefa.

Dopo aver ceduto il Bologna a gennaio 1992 diventa presidente del Brescia al posto di Claudio Cremonesi e, come con i rossoblù, ha conquistato la promozione in serie A e portato la squadra a un passo dalla Coppa Uefa perdendo poi la finale dell’Intertoto nel 2001. Nella sua gestione sono arrivate 5 promozioni in A e altrettante retrocessioni. L’ultima nel 2011 con il Brescia, con cui ha sfiorato il ritorno in A attraverso i playoff nel 2013. Nel luglio 2014, dopo una stagione deludente, con tre cambi di panchine e l’undicesimo posto in Serie B, arriva anche la crisi economica. Ubi Banca, al fine di coprire l’iscrizione dei biancazzurri e saldare gli stipendi, concede un prestito da 4 milioni di euro, chiedendo in cambio le dimissioni di Corioni da presidente, mantenendo però la proprietà. Nel 2015, è arrivato il salvataggio del club da parte di Profida. Gino Corioni ha continuato a tifare Brescia, fino alla fine.

Ecco il messaggio di cordoglio del Bologna, che lo ricorda con affetto:

 “Tutto il Bologna Fc 1909 è vicino alla famiglia nel ricordo di un grande imprenditore e uomo di sport“.

Sono tanti i giocatori passati sotto la sua gestione: Baggio e Guardiola, Andrea Pirlo, Luca Toni, Gigi Di Biagio, Maurizio Ganz e Dario Hubner, Marek Hamsik, Hagi, Ioan Sabau e Florin Raducioiu. È Andrea Caracciolo però il suo preferito. Accolto ragazzino, l’ha visto diventare capitano. Fra gli allenatori, Mircea Lucescu e Carlo Mazzone. Corioni aveva un sogno: la realizzazione di uno stadio all’altezza delle sue aspettative, ma il progetto non è mai andato in porto.

Lascia la moglie e 5 figli.

Barbara Roviello Ghiringhelli